30/11/2009, 00.00
SRI LANKA
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Presidenziali in Sri Lanka, fra speranze di democrazia e timori di brogli

di Melani Manel Perera
Il 26 gennaio 2010 si terranno le elezioni per la nomina del Capo di Stato. Corruzione e brogli minacciano il regolare svolgimento del voto. Sacerdote cattolico auspica pari accesso ai media e soluzioni “durature” per le vittime della guerra. La Chiesa deve difendere i valori della verità, libertà, giustizia e dignità umana.
Colombo (AsiaNews) – Un’occasione per rafforzare il cammino pace e di riconciliazione nazionale in Sri Lanka, a condizione che la tornata elettorale non sia macchiata da brogli o corruttele. Così padre Reid Shelton Fernando, sacerdote cattolico ed esperto di politica locale, commenta l’annuncio delle elezioni presidenziali, in programma il prossimo 26 gennaio 2010. La lista dei candidati alla guida del Paese sarà ufficializzata il 17 dicembre, ma le nomine sembrano già delineate. A concorrere saranno l’attuale presidente Mahinda Rajapaksa, l’ex comandante dell’esercito Sarath Fonseka e Vickremabahu Karunarathna.
 
“Oggi è difficile dire se il voto – afferma p. Fernando – rappresenta la vera voce del popolo, perché aberrazioni, corruzione, violenze si fanno beffe delle leggi elettorali. I risultati non indicano il vero giudizio dei cittadini. E ciò non rappresenta il volere di Dio”. Il sacerdote aggiunge che, a dispetto di leggi e gruppi di controllo sulla regolarità del voto, spesso “capita che molti giungono al potere attraverso metodi illegali” e le azioni prese al termine delle consultazioni “sono inefficaci”.
 
Il potere, commenta, è usato per “corrompere” e quanti conquistano posizioni di governo “le mantengono anche contro la volontà popolare. In questo modo – chiosa – il voto si trasforma in un’operazione di facciata da presentare al mondo” a garanzia del sistema democratico del Paese.
 
Un ruolo fondamentale a tutela delle istituzioni democratiche è rappresentato dai media, che dovrebbero garantire pari opportunità di accesso ai candidati. “Nei fatti – sottolinea il sacerdote – questo non avviene, perché chi è al potere usa i mezzi di comunicazione a proprio vantaggio”. Dare visibilità a una sola parte, vizia la libertà di espressione e costituisce una grave violazione dei principi democratici. Per questo, aggiunge, i media “devono essere liberi” e garantire “pari opportunità”, anche se ciò richiede “coraggio” per lottare contro quanti “minacciano la libertà di stampa”.
 
P. Reid Shelton Fernando ricorda la “fine della guerra civile” che ha insanguinato lo Sri Lanka e invita i candidati alla presidenza a “promuovere soluzioni durature” per quanti ancora soffrono, come i rifugiati dei campi profughi. “Bisogna garantire – afferma – il rispetto per la vita e la dignità umana, che sono i diritti di base” di ciascun individuo. Un compito che spetta, innanzitutto, ai leader cattolici e alla Chiesa del Paese, i quali devono ribadire con forza “il voto per il miglior candidato” e non cedere alla logica delle alleanze di partito.
 
“La Chiesa – conclude il sacerdote – deve resistere alla tentazione di chiedere privilegi ai vari candidati, ma ribadire i valori della verità, della giustizia, della dignità umana e della libertà per tutti. È un’opportunità per mostrare a tutti che il Paese si è messo alle spalle il periodo buio ed è in grado di rispondere a standard morali ed etici”.
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