13/10/2007, 00.00
ITALIA – ASIA
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Preti Fidei donum invitati alla missione in Asia

In una nota della Commissione per l’evangelizzazione dei popoli della Cei, i vescovi italiani auspicano un maggior impegno missionario verso l’Asia. Il contatto con le comunità asiatiche aiuterà le Chiese locali a sentirsi parte viva della Chiesa universale.
Roma (AsiaNews) – L’Asia “è un orizzonte che non può essere trascurato” dalle Chiese italiane. Per questo, i sacerdoti Fidei donum dovrebbero essere orientati “proprio lì, dove è sorto il cristianesimo”.
 
E’ l’invito contenuto in una nota della Commissione per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese della Conferenza episcopale italiana, pubblicata ieri in occasione del 50° anniversario della Lettera enciclica Fidei donum, nella quale Pio XII rilanciava l’urgenza dell’attività missionaria ed esortava le diocesi del mondo a inviare presbiteri e laici ad annunciare il Vangelo “alle genti”.
 
La nota, diffusa nel mese missionario di ottobre, riconosce “ostacoli linguistici e culturali” che rendono difficile la missione in Asia, ma sottolinea come questo sia “un orizzonte che non può essere trascurato dalle nostre Chiese”. Soprattutto il contatto con le comunità asiatiche, scrive la Commissione, “creerà osmosi preziose, aiutando a sentirsi parte viva della Chiesa universale e mettendo in contatto con culture e tradizioni di vaste dimensioni, che troppo spesso ci appaiono ‘esotiche’ e lontane”.
 
Dal 1957, data di pubblicazione della Lettera, sono circa 1900 i sacerdoti “donati” dalle diocesi italiane al mondo, di cui 11 morti nell’annuncio del Vangelo, fra cui don Andrea Santoro, martire in Turchia ne 2006. La nota aggiunge che “se è vero, secondo le parole di Tertulliano, che il sangue dei martiri, anziché essere segno di morte, è seme di nuovi cristiani, allora siamo certi che nemmeno queste vite sono state offerte invano”.
 
La Commissione “auspica che questo cinquantesimo anniversario incoraggi le diocesi italiane che non hanno Fidei donum a determinarsi per tale scelta, e quelle che onorano la Chiesa italiana con tale generosità a proseguire in essa e a svilupparla sempre più”.
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