28/02/2007, 00.00
GIAPPONE
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Procede la causa di beatificazione dei 188 martiri giapponesi

La Congregazione per le cause dei santi ha preparato la petizione da presentare al Papa. Lanciata una campagna di raccolta fondi per le celebrazioni, che non avverranno prima di maggio.
Tokyo (AsiaNews) – Attende solo l’approvazione del Papa la causa di beatificazione dei 188 martiri giapponesi, che è stata preparata dalla Congregazione per le Cause dei santi all’inizio del mese scorso. Il dicastero a ha preparato la petizione, che ora deve essere valutata ed approvata dal Papa. Secondo mons. Osamu Misobe, vescovo di Takamatsu, “se Benedetto XVI procede con l’approvazione, possiamo fissare una data. Siamo ottimisti, credo che le cose procederanno in fretta”.
 
Per il vescovo, che guida la Commissione episcopale nipponica per la causa dei martiri, “abbiamo superato la montagna. Sono molto ottimista”. Il cardinale Fumio Hamao, che ha partecipato alla riunione della Congregazione per le Cause dei santi, ha aggiunto: “Io ho presentato ai miei confratelli la proposta, e tutti l’hanno approvata. Prepararsi a questa cerimonia richiede molto sforzo, così ho richiesto una rapida presentazione al Papa”.
 
I vescovi giapponesi hanno lanciato una campagna di raccolta fondi, iniziata ufficialmente il primo agosto scorso, con lo scopo di raggiungere i 30 milioni di yen necessari a coprire le spese. Un appello in questo senso, lanciato dalla Conferenza episcopale, è stato inviato alle diocesi, agli ordini religiosi ed agli istituti cattolici di tutto il Paese.
 
La cerimonia, ha spiegato p. Fernando Rojo – promotore della causa di canonizzazione – non avverrà prima di maggio: le Commissioni teologiche e storiche della congregazione vaticana hanno espresso parere favorevole, ma la decisione finale spetta al Papa.
 
Fra i 188 martiri giapponese uccisi nel XVII secolo a causa della loro fede vi sono sacerdoti, religiose e laici: la causa è nota come "beatificazione di padre Kibe e dei suoi 187 compagni".
 
Il padre gesuita Petro Kassui Kibe, convertito al cristianesimo, era fuggito dalla persecuzione del governo ed era giunto a Roma, dove era entrato nella Compagnia di Gesù e ordinato sacerdote. Tornato in Giappone per esercitare il suo ministero fra i fedeli oppressi, nel 1639 viene catturato, torturato ed ucciso a Tokyo.
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