22/12/2003, 00.00
corea del sud - natale
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Proposte di Natale all'insegna della condivisione

Il corrispondente di AsiaNews da Seul ha raccolto alcuni semplici modi in cui persone diverse passeranno il Natale. Fatte le debite  proporzioni, esse sono un suggerimento anche per i cristiani e le persone di tutto il mondo.

Seul (AsiaNews) – Per qualcuno Natale è tempo di noia, per altri un tempo di stress. Per i coreani, cattolici e non, è il tempo della carità. "Il periodo del Natale, dice Teresa della Fraternità Jesus-Caritas, è un tempo speciale per condividere la gioia della nascita di Gesù, nostro Salvatore, con persone che hanno bisogno di aiuto e che soffrono".

La società coreana è ancora provata dalla crisi delle borse asiatiche del '97. Da allora la povertà si è diffusa di nuovo in città e villaggi. E mentre l'economia del paese a fatica risorge, la miseria e la solitudine sono divenute le nuove occasioni di missione per i fedeli.

 

Il "Villaggio dell'Alba" è un comunità che raccoglie persone povere e anziani. Ogni lunedì di dicembre  il Villaggio banchetta a spaghetti. Da due mesi un piccolo ristorante di Gungpiyeong, offre spaghetti e  zuppe per i suoi ospiti poveri. Suor Kim Yeong-ja whi, responsabile della comunità dice ad AsiaNews: "E pensare che il padrone non è nemmeno cristiano! Ma grazie alla sua carità, la gente riesce a mangiare. Viviamo di carità: da due anni una ditta che produce kimchi [cavolo cotto piccante, usato in tutti i pranzi e le cene coreane - ndr] ci offre gratis tutto il kimchi che vogliamo. Non è vero che Babbo Natale non esiste: eccoli qui, sono dei Babbo Natale nascosti!".

Maria Park Yong-suk è volontaria al Centro per i lavoratori migranti nell'arcidiocesi di Seul. Lei non fa vacanza: offre assistenza e consiglio ai lavoratori abusati nei loro diritti. Non è una burocrate: è un'amica che offre tempo e aiuto, mettendo del suo per chi ha difficoltà economiche.

"Books Group" , è un gruppo di medici della diocese di Deajeon. Loro hanno deciso di servire gratis a Natale e per tutto l'anno il "St Mary's Village"  a Nonsan, che ospita molte persone con handicap profondi. Il gruppo provvede alla loro medicina interna e dentale. E offrono cure gratis ai lavoratori migranti che non possono pagare.

Michaela Lee Seon-hui passerà Natale con sua nonna, una vecchia di 78 anni, molto malata, che vive da sola in una baraccopoli alla periferia di Seul. "Mia nonna non si può nemmeno muovere" dice Michela, "soffre di demenza senile profonda e di anemia. Vado a trovarla una volta alla settimana e cerco di aiutarla in tutto. Mia madre è morta l'anno scorso e lei ora è un po' come mia madre, la amo e la servo come una madre". Ogni settimana Michaela porta del cibo e fa il bagno alla nonna. Ma "il dono più prezioso è intrattenersi a parlare con lei". "Non mi sento più sola", dice sua nonna.

Per Natale l'arcidiocesi di Seul  ha programmato anche momenti liturgici e più ufficiali: messe per i lavoratori migranti; banchetti per i poveri e i senza tetto; concerti solenni promossi dal Consiglio Nazionale delle Chiese di Corea. (KY)

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