31/12/2007, 00.00
vietnam
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Proprietà ecclesiastiche requisite, il premier incontra l'arcivescovo di Hanoi

di Nguyen Van Tranh
Il colloquio arriva in seguito alla vasta manifestazione dei cattolici locali per la restituzione alla Chiesa dell’edificio della nunziatura ad Hanoi. Grandi aspettative tra la comunità, che si dice ottimista per una soluzione “graduale” del problema.

Hanoi (AsiaNews) – Il primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dung ha incontrato ieri l’arcivescovo di Hanoi per discutere la questione delle proprietà ecclesiastiche requisite dal governo. Il premier ha potuto vedere di persona le migliaia di persone che da Natale manifestano per chiedere alle autorità di restituire alla Chiesa l’edificio della Delegazione apostolica ed attualmente usato anche come night club.

Mons. Joseph Ngo Quang Kiet e il premier hanno parlato per circa 15 minuti. Al termine dell’incontro i manifestanti, riuniti in incontri di preghiera, hanno accolto Tan Dung con applausi. Un uomo di 60 anni dice ad AsiaNews: “Credo che Dio ci abbia ascoltato, riponiamo molte aspettative nel primo ministro che ha anche di recente visitato il Papa in Vaticano”. “Per questo – aggiunge – credo che il problema delle proprietà della Chiesa sarà risolto gradualmente secondo la legge vietnamita”.

Per la restituzione dell’edificio, che fa parte del complesso dell’arcivescovado e della cattedrale, il 23 dicembre è stata anche presentata una petizione alle autorità governative locali.

Una donna di circa 40 anni sottolinea: “Siamo cattolici, è vero, ma allo stesso tempo siamo anche cittadini vietnamiti, e la Chiesa ha diritti e doveri precisi”. Alla marcia di preghiera per la restituzione degli edifici ecclesiastici hanno preso parte circa 4-5 mila persone Tra queste, numerose suore, genitori di preti dalle varie parrocchie di Hanoi e anche alcuni membri dell’arcidiocesi di Ho Chi Minh City.

Un altro dei manifestanti ricorda le parole di Ho Chi Minh, ex presidente della Repubblica Democratica del Vietnam (Vietnam del Nord): “Lo zio Ho ha detto: Lasciate che il popolo sappia, discuta e controlli il lavoro dei quadri a livello locale. Questo li aiuterà a commettere meno errori nelle attività e nelle decisioni che riguardano la vita della gente e le politiche religiose”. 

 

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