16/09/2014, 00.00
CAMBOGIA - CINA
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Protestano contro una diga sino-cambogiana, Phnom Penh arresta 11 attivisti

Essi avrebbero impedito a un gruppo di funzionari, fra cui tecnici cinesi, di visitare il sito in cui è prevista la costruzione del mega-impianto. La polizia nega l’arresto e parla di “invito” per interrogatorio. Nel fine settimana monaci e contadini hanno promosso uno sciopero della fame davanti all’ambasciata cinese, cacciati dalle autorità.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità di Phnom Penh hanno arrestato 11 ambientalisti, per aver impedito ad un gruppo di funzionari di visitare una località nella provincia sud-occidentale di Koh Kong, dove dovrebbe sorgere in futuro una diga di costruzione sino-cambogiana. Il fermo è avvenuto ieri e ha coinvolto anche il presidente dei Madre Natura Cambogia, Alejandro Gonzalez Davidson, attivo e conosciuto fra gli attivisti pro-ambiente. Essi avrebbero impedito al governatore provinciale Phon Lyvirak e a un gruppo di esperti cinesi della Sinohydro Corp di recarsi nel punto in cui nascerà la centrale di Chhay Areng. 

Sam Kitviet, capo della polizia di Koh Kong, riferisce a Radio Free Asia (Rfa) che gli 11 sono stati "invitati" per un interrogatorio, negando che siano stati oggetto di un ordine di arresto. Finora le autorità hanno rilasciato il solo Gonzalez, cittadino spagnolo, mentre gli altri 10 compagni restano in stato di fermo. 

I contadini hanno voluto impedire ai funzionari del gigante cinese Sinohydro Corp - la compagnia di costruzione più grande al mondo in tema di impianti idroelettrici - di raggiungere il sito di costruzione, per valutare l'impatto ambientale della struttura. Essi, infatti, non credono che verrà preparato uno studio corretto e imparziale, mentre prevarranno interessi economici e la volontà dei costruttori. 

Per gli ambientalisti la diga spazzerà via la cultura locale e la biodiversità nella Areng Valley; l'impianto da 108 Megawatt avrà infatti un costo "altissimo" in termini di investimenti e impatto sulla natura. A rischio anche la sopravvivenza della minoranza Chong, i cui territori verranno inondati dalle acque. Per questo essi sono disposti a battersi e a continuare a farlo in futuro, rischiando "intimidazioni o l'arresto". 

Lo scorso fine settimana a Phnom Penh un gruppo di contadini e alcuni monaci hanno promosso uno sciopero della fame di fronte all'ambasciata cinese per protestare contro la costruzione della diga; tuttavia, le autorità - la Cambogia è il più fedele alleato della Cina nel Sud-est asiatico - sono subito intervenute per disperdere l'assembramento. Ly Chan Neng, monaco e attivista, conferma la preoccupazione degli abitanti dei villaggi per la possibile distruzione dell'ecosistema della Areng Valley, un vero e proprio gioiello ambientale per armonia e varietà naturale. 

 

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