16/12/2009, 00.00
MACAO
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Proteste e preghiere in programma per i 10 anni del ritorno di Macao alla Cina

di Annie Lam
Per il 20 dicembre il vescovo guiderà la preghiera della diocesi per l’ex colonia portoghese; Chui Sai-on, nuovo governatore, giurerà davanti al presidente cinese Hu Jintao. Nello stesso giorno un gruppo di parlamentari cattolici lancerà una marcia per la democrazia e contro la corruzione.

 Macao (AsiaNews) – Per domenica 20 dicembre, decimo anniversario del ritorno di Macao alla Cina, il vescovo della diocesi ha dato indicazioni perché a tutte le messe di preghi per la città e per il nuovo capo dell’esecutivo. Nello stesso giorno, nel pomeriggio, vari cattolici aderiranno a una manifestazione di due ore organizzata da un gruppo locale, per chiedere un governo meno corrotto, più democrazia e un miglioramento delle condizioni sociali.

 Il presidente cinese Hu Jintao sarà presente quel giorno all’inaugurazione del mandato del nuovo capo dell’esecutivo di Macao, Chui Sai-on. A causa di ciò il livello di sicurezza è al massimo.

Paul Chan Wai-chi, parlamentare cattolico, membro dell’Associazione di Macao per la Nuova democrazia (New Democratic Macau Association), che organizza la marcia, stima che vi aderiranno almeno 2-3 mila persone. La marcia – spiega ad AsiaNews – è per “spingere il nuovo governo alle riforme per un’amministrazione pulita e per affrettare il processo democratico nella città. Infatti il governo locale non dà alcuna indicazione di come giungere a una maggiore democrazia”.

Dal 1999, anno del ritorno alla Cina della ex colonia portoghese, l’economia è migliorata, dice Paul Chan, ma molti non si sentono ancora sicuri per il lavoro. È dal 2007 che l’associazione organizza marce nel giorno dell’anniversario, il 20 dicembre. Nel 2007 hanno partecipato 3 mila persone; 1000 nel 2008, e forse 2000 quest’anno. “Le marce – continua Chan – sono sempre state pacifiche. Il numero dei partecipanti non è importante, ma il messaggio che il governo è osservato dalla società civile, questo è fondamentale”, egli dice.

Chan, 52 anni, è anche il direttore del settimanale cattolico Macau Observer. “Le marce – conclude – rappresentano un giudizio pubblico sull’operato del governo”.

Un recente caso di corruzione sta ancora imbarazzando il governo e creando molte critiche: quello riguardo all’ex ministro dei trasporti e del lavoro, Ao Man-long, accusato di corruzione e di riciclaggio di denaro sporco, che dal 2008 sconta una pena di 27 anni.

Anche il vescovo, mons. Jose Lai Hung-seng è preoccupato per la diffusa corruzione, per la lentezza con cui la legge viene applicata e i ritardi della giustizia. Secondo il prelato, la corruzione sembra peggiore oggi che al tempo dei portoghesi. Egli spera che il nuovo capo dell’esecutivo produca un governo più pulito e fermi i guadagni illeciti, almeno per onorare le sue promesse elettorali in cui diceva che avrebbe lottato contro la corruzione.

Secondo il vescovo, un’amministrazione “pulita” influirà anche sulla vita civile e perfino sulle parrocchie. Al presente, le parrocchie presentano ogni anno il rapporto finanziario all’ordinario.

Mons. Lai vuole incoraggiare lo studio della dottrina sociale della Chiesa fra i fedeli laici. Alcuni di essi sono dei politici e questo studio può servire per aumentare la loro responsabilità sociale.

Da parte sua, Paul Chan, afferma che fra i cattolici di Macao la coscienza sociale è piuttosto debole, fissata più sulla vita sacramentale e sulla bibbia. Solo da poco sta crescendo una cura maggiore per la società.

Secondo il politico, la formazione dei laici è essenziale per far crescere la coscienza sociale. Una maggiore partecipazione della Chiesa sui temi sociali aiuterebbe la società a progredire.

Prima del 20 dicembre 1999, Macao è stata per secoli sotto l’amministrazione coloniale portoghese, ma riconosciuta come parte del territorio della Cina. Oggi essa è una regione ad amministrazione speciale (come Hong Kong), garantita dalla politica di Pechuino di “una nazione, due sistemi” e con “un alto grado di autonomia”. La Basic Law di Macao, applicata dal giorno del ritorno alla Cina, rimarrà in vigore almeno per 50 anni, fino al 2049. Al 2009, la popolazione di Macao è di 541.200 persone. La disoccupazione si aggira attorno al 3,5%. I cattolici sono circa il 4% della popolazione.

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