19/02/2011, 00.00
PAKISTAN
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Punjab: Sherry Rehman non verrà processata per blasfemia

di Jibran Khan
Il tribunale ha deciso di stralciare il procedimento a carico della parlamentare del Ppp. L’azione iniziata per la querela di un commerciante di Multan, che ha giudicato blasfeme le opinioni espresse dalla donna in un talk-show. Le indagini della polizia hanno accertato che non vi sono violazioni alla legge.
Lahore (AsiaNews) – Il giudice distrettuale di Multan, città del Punjab, ha respinto la richiesta di accuse per blasfemia a carico di Sherry Rehman, parlamentare del partito di governo Pakistan People’s Party (Ppp). Il tribunale aveva incaricato la polizia di stendere un verbale con le accuse e trovare riscontri alla denuncia presentata da un privato cittadino contro la donna. Tuttavia, gli investigatori non hanno ravvisato elementi a sostegno dell’accusa e ne ha chiesto l’archiviazione. Fonti vicine alla Rehman confermano che resta precaria la sicurezza della donna, sulla quale pendono le minacce di morte degli estremisti islamici.
 
Nei mesi scorsi la Rehman aveva proposto modifiche alla “legge nera”, scatenando le ire dell’ala fondamentalista del Paese. In seguito la donna ha ritirato gli emendamenti, precisando di voler seguire la linea del proprio partito, piuttosto tentennante nel voler cambiare la norma. L’ultimo intervento risale alla scorsa settimana: Yousaf Raza Gilani, premier pakistano, ha “categoricamente escluso” emendamenti dell’esecutivo alla legge sulla blasfemia. Salman Taseer, governatore del Punjab e membro del Ppp è stato invece ucciso nel gennaio scorso per essersi schierato in pubblico contro la legge sulla blasfemia.
 
Il 7 febbraio scorso Fahim Akhtar Gul, commerciante di Multan, ha denunciato Sherry Rehman al tribunale di Multan, con l’accusa di blasfemia. La parlamentare avrebbe usato termini denigratori contro la “legge nera” durante un talk-show televisivo nel novembre 2010, e per questo va punita proprio in base alla controversa norma.
 
Mehr Nasir Hussain, giudice aggiunto del tribunale del distretto di Multan, ha incaricato i vertici delle forze dell’ordine di aprire un’inchiesta e redigere un rapporto, con le eventuali fonti di prova. Verificati i fatti, il funzionario di polizia Yousaf Khokhar ha chiarito che “la vicenda non rientra nei casi di blasfemia” perché “analizzando da vicino i filmati, non emergono violazioni alla legge”. Accogliendo le verifiche degli investigatori, il giudice ha deciso di archiviare il caso.
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