06/05/2014, 00.00
INDONESIA

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Puwokerto: seminaristi “missionari” fra i giovani, per alimentare le vocazioni

di Mathias Hariyadi

È l’iniziativa promossa dal vescovo mons. Julianus Sunarka, che ha coinvolto sette studenti della diocesi per una tre giorni di incontro e preghiera. Un progetto pilota, per rafforzare la scelta del sacerdozio e della vita religiosa. La politica dei "due figli al massimo" e il controllo delle nascite promosse dal Paese hanno impoverito le vocazioni.

Jakarta (AsiaNews) - Contraccettivi, controlli sulle nascite, politiche come "solo un massimo di due figli" finiranno per essere, un giorno, un grave "ostacolo" allo sviluppo di nuove vocazioni al sacerdozio, al noviziato o alla vita religiosa. È quanto denuncia il vescovo di Purwokerto mons. Julianus Sunarka, che ha lanciato un'iniziativa - che coinvolge un gruppo di seminaristi - per rafforzare il desiderio di dedicare la propria vita a Cristo fra i fedeli della diocesi. Un "progetto" di formazione che ha coinvolto sette seminaristi, oggi studenti al Seminario maggiore di San Paolo a Yogyakarta, nello Java centrale. Il prelato ha inviato i suoi giovani nella chiesa parrocchiale di San Pietro a Pekalongan, nel nord-ovest della provincia, per un programma di sensibilizzazione vocazionale. 

L'iniziativa è durata tre giorni e ha interessato un'area abitata in maggioranza da nativi cinesi. Il seminario si è aperto con una messa concelebrata da quattro sacerdoti diocesani, cui ha partecipato l'intera comunità. A seguire, i partecipanti si sono divisi in piccoli gruppi per momenti di "discussione", di condivisione della fede, di incontro e di animazione vocazionale, oltre a una rappresentazione teatrale (nella foto) a sfondo religioso. 

In chiusura, i cinque sacerdoti e 15 seminaristi che hanno animato il corso vocazionale hanno concelebrato l'Eucaristia, cui è seguito l'incontro con singoli gruppi di ragazzi della comunità. Fikalis Rendy, uno dei seminaristi presenti, conferma che i giovani erano "felici dell'incontro e hanno chiesto che simili eventi si possano tenere almeno una volta ogni anno". Fonti diocesane confermano ad AsiaNews che si è trattato di un progetto pilota, per rafforzare la morale fra i seminaristi e rilanciare le vocazioni - al sacerdozio o a qualsiasi altra forma di vita consacrata - all'interno della comunità.

L'Indonesia è la nazione musulmana (sunnita) più popolosa al mondo (l'86% professa l'islam) e, pur garantendo fra i principi costituzionali le libertà personali di base (fra cui il culto), diventa sempre più teatro di violenze e abusi contro le minoranze. I cristiani sono il 5,7% della popolazione, i cattolici poco più del 3%, l'1,8% è indù e il 3,4% professa un'altra religione. In particolare, i cattolici sono una piccola minoranza composta da circa sette milioni di persone, pari al 3% circa della popolazione totale (3,6% nella sola arcidiocesi di Jakarta).

Le due province con il maggior numero di fedeli sono lo Java centrale e l' East Nusa Tenggara (NTT), considerate la culla del cattolicesimo nell'arcipelago. Tuttavia, politiche di controllo delle nascite e l'aumento del costo della vita e della retta scolastica hanno spinto le famiglie a limitarsi a "solo" uno o due figli al massimo. Una differenza marcata rispetto agli anni '70, quando la maggior parte degli indonesiani guardava ai figli come una ricchezza, una risorsa in grado di contribuire al sostentamento della famiglia. 

 

 

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