23/02/2017, 08.57
COREA DEL NORD – MALAYSIA
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Pyongyang: La morte di Kim Jong-nam è tutta colpa di Kuala Lumpur

Per la prima volta un dispaccio dal Nord cita la morte di un “suo cittadino” a Kuala Lumpur, senza fare il nome del fratellastro del leader KIm Jong-un.  L’atteggiamento della Malaysia sarebbe “illegale e immorale” e “in totale disprezzo per le leggi internazionali”.

Seoul (AsiaNews) - La Nordcorea accusa la Malaysia per la morte di “un suo cittadino”, e giudica “illegale e immorale” l’autopsia sul suo cadavere, condannando la sua “attitudine per nulla amichevole”, foraggiata dalla Corea del Sud.

Quest’oggi per la prima volta dopo oltre una settimana dal fatto, l’agenzia di Stato nordcoreana, la KCNA, ha parlato della morte di Kim Jong-nam, avvelenato all’aeroporto di Kuala Lumpur. La polizia malaysiana sospetta l’implicazione della Corea del Nord e ricerca due nordcoreani, dei quali uno è un diplomatico, oltre ad altri quattro che sarebbero fuggiti dal Paese.

Sebbene Kim Jong-nam sia il fratellastro del leader Kim Jong-un, fino ad ora i media del Nord non avevano fatto alcun accenno all’evento.

Oggi la KCNA ne ha accennato, ma solo in generale, parlando di “un cittadino della Repubblica democratica popolare della Corea” che viaggiando con passaporto diplomatico è morto per “infarto”.

L’agenzia afferma che la notizia dell’avvelenamento è falsa e che l’atteggiamento della Malaysia fa parte di una “rete di cospirazione contro la Corea del Nord lanciata dalle autorità della Corea del Sud”.

“La più grande responsabilità per la sua morte – dice l’agenzia - pesa sul governo della Malaysia, dato che il cittadino della Corea del Nord è morto sul suo suolo”.

La KCNA critica poi Kuala Lumpur per aver compiuto un’autopsia “illegale e immorale” sul cadavere e perché si rifiuta di consegnare la salma “sotto l’assurdo pretesto” che è necessaria una prova di Dna dalla famiglia del morto.

Il rifiuto di consegnare la salma, secondo Pyongyang, “prova che la parte malaysiana sta politicizzando il trasferimento della salma in totale disprezzo per le leggi internazionali e la moralità per raggiungere il suo scopo sinistro”.

Intanto, la polizia malaysiana ha chiesto aiuto all’Interpol per bloccare i quattro nordcoreani ricercati.

La polizia ritiene che in tutto vi siano almeno 11 persone collegate alla morte di Kim Jong-nam. Quattro di loro sono stati arrestati: si tratta di Doan Thi Huong, 28 anni, vietnamita, che avrebbe spalmato il veleno in faccia a Kim; Siti Aisyah, 25 anni, indonesiana, che “pensava” di stare a prendere parte a un serial televisivo; Muhammad Farid Jalaluddin, malaysiano, fidanzato di Siti; Ri Jong Chol, 47 anni, nordocoreano.

Gli altri ricercati sono: Hyon Kwang Song, 44 anni, secondo segretario dell’ambasciata della Corea del Nord a Kuala Lumpur; Kim Uk Il, 37 anni, impiegato alla Air Koryo, compagnia di bandiera nordcoreana; Ri Ju U, 30 anni, conosciuto anche come “James”, fuggito; Ri Ji Hyon, 33, fuggito; Hong Song Hac, 34 anni, fuggito; O Jong Gil, 55 anni, fuggito; Ri Jae Nam, 57 anni, fuggito.

La polizia sostiene che i primi due sono ancora in Malaysia; gli altri sarebbero ritornati in Corea del Nord.

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