06/06/2018, 11.29
INDIA
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Radicali indù contro l’arcivescovo di Goa: ‘Non faccia politica’ (Video)

Il segretario: “Le sue parole sono state travisate”. Mons. Filipe Neri Ferrao viene criticato per la sua lettera pastorale dedicata soprattutto alla povertà. L’iniziativa dell’arcivescovo di Delhi. Il presunto complotto contro il governo di Narendra Modi da parte di Vaticano, papa Francesco e Sonia Gandhi.

Mumbai (AsiaNews) – Le parole di mons. Filipe Neri Ferrao, arcivescovo di Goa e Daman, sono state “estrapolate dal contesto. La sua lettera pastorale non è contro nessun particolare partito politico”. Lo ha detto ieri p. Joaquim Loila Pereira, segretario del prelato, intervenendo davanti alle telecamere per tentare di placare l’ondata di odio che si è diffusa sui canali d’informazione. Aspre critiche sono piovute da tutto il Paese contro l’iniziativa pastorale di mons. Filipe Neri Ferrao, che invita i fedeli della sua diocesi a lavorare per alleviare la povertà. Invece le frasi che hanno avuto più spazio sulla stampa locale sono quelle riferite al presunto pericolo che corre la Costituzione indiana e l’invito ai cattolici e rendersi più protagonisti in politica in vista delle elezioni generali del 2019.

Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) “esprime forte sostegno alla lettera pastorale dell’arcivescovo di Goa e Daman, che sottolinea la visione di papa Francesco non solo per la comunità cattolica ma anche la visione ecumenica della Chiesa che è impegnata [a combattere] la povertà”.

Da ieri l’arcivescovo è stato investito da una marea di critiche da parte dei sostenitori del partito nazionalista indù al governo Bjp (Bharatiya Janata Party). Le frasi incriminate sono contenute in due paragrafi (su un totale di 15 pagine), in cui egli afferma che “la nostra Costituzione è in pericolo”, “i diritti umani sono sotto attacco e la democrazia sembra a rischio”, “le minoranze temono per la propria sicurezza”. Inoltre mons. Ferrao evidenzia un clima di “mono-culturalismo che pretende uniformità in ciò che uno mangia, indossa, vive e persino venera”.

Diversi esponenti di primo piano hanno espresso il loro malcontento e contribuito a montare un clima di insofferenza e intolleranza contro il vescovo, i cristiani e, più in generale, il Vaticano e papa Francesco. Mukhtar Abbas Naqvi, ministro dell’Unione, ha detto che “in India c’è molta più libertà rispetto ad altri Paesi e le minoranze e la Costituzione sono molto più protette […] Non abbiamo bisogno dei suggerimenti di nessuno”. Sunil Deodhar, membro del comitato nazionale esecutivo del Bjp nel Tripura, ha scritto su Twitter che “persone [come mons. Ferrao] sono impegnate nel fabbricare odio”. Bhupender Yadav, segretario generale del Bjp in Gujarat, ritiene che la lettera pastorale sia “un appello politico di un capo religioso che segna una nuova pericolosa tendenza nella politica indiana”. Shobha Karandlaje, segretario generale del Bjp in Karnataka, si spinge fino a ipotizzare un presunto complotto “da parte del Vaticano per infangare il governo di Modi”. Un’altra utente di nome Archie, che si definisce “orgogliosa indiana, iper nazionalista”, arriva a delineare il coinvolgimento di “Sonia Gandhi amica del Vaticano” [per le sue origini italiane, ndr].

A montare l’astio contro mons. Ferrao è stata la strumentalizzazione effettuata dai giornali indiani, che hanno paragonato la sua iniziativa ad un altro recente documento pastorale che ha suscitato ampio dibattito. Si tratta della lettera di mons. Anil JT Couto, arcivescovo di Delhi, che invita a digiunare e pregare per le elezioni generali del prossimo anno. Il riferimento al “turbolento clima politico” in India, contenuto nella lettera, ha provocato la reazione irritata di membri di spicco del Bjp, che invitano il prelato a stare lontano dalle questioni politiche. Sajan K George denuncia che dopo la lettera di mons. Couto alcuni nazionalisti indù hanno manifestano davanti la cattedrale di Delhi gettando a terra e calpestando l’immagine del prelato e di papa Francesco (v. video). “Tutto questo – conclude – ferisce il sentimento religioso e intimidisce la vulnerabile comunità cristiana”.

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

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