04/02/2011, 00.00
SRI LANKA
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Rajapaksa celebra l’anniversario dell'indipendenza. Voci critiche contro la dittatura

di Melani Manel Perera
Molti criticano l’effettiva mancanza di libertà di stampa e di pensiero e parlano di una dittatura che toglie diritti elementari ai Tamil e ad altri gruppi e non elimina la diffusa povertà. L’intervento del vescovo anglicano.

Colombo (AsiaNews) – Il presidente Mahinda Rajapaksa ha celebrato oggi a Katagarama, nel meridione, il 63mo Anniversario dell’Indipendenza dello Sri Lanka. Il tema di quest’anno è “Proteggi la Nazione ricostruita” e oltre 3mila membri di esercito, marina, aviazione, polizia e difesa civile hanno partecipato alla tradizionale parata. Ma parte della popolazione critica la celebrazione e invita tutti a rivendicare un’autentica libertà per il Paese.

Nel suo discorso, Rajapaksa ha detto che “decisioni dure sono necessarie per il progresso”, ma ha anche usato toni ottimistici e ha sollecitato tutti all’impegno per il progresso del Paese, ricordando alcune delle grandi opere recenti, come le centrali energetiche a Norochcholai, Upper Kothmale e Kerawalapitiya e i grandi porti di Hambantota e Colombo.

“Noi – ha detto – siamo una delle più vecchie democrazie dell’Asia”, “siamo capaci di risolvere i nostri problemi. Abbiamo mostrato al mondo i valori umanitari e democratici della nostra società nella ricostruzione dopo la distruzione dello tsunami e con il ricollocamento dei profughi interni”.

Ma ci sono numerose voci critiche verso questo ottimismo. Mons. Kumara Illangasinghe, vescovo anglicano emerito di Kurunagala, nel suo messaggio al Paese sull’importanza della libertà ha ricordato il Mahatma Gandhi, per cui “la libertà deve essere perseguita a qualsiasi prezzo ed è il respiro della vita”. “Noi – ha proseguito – accettiamo in generale che l’Indipendenza è la libertà di vivere, avere accesso all’istruzione, a opportunità e alla completa possibilità di sostenere un punto di vista sociale e politico ed essere quindi impegnati. Ma abbiamo sperimentato che senza libertà la popolazione non può vivere. Per noi è imperativo contribuire a creare un ambiente per assicurare e gioire per un’autentica libertà della nazione per il suo 63° anniversario”.

Il vescovo ha pure sottolineato come “per il popolo sia importante ricevere i benefici del dopo-guerra, piuttosto che continuare ad ascoltare” promesse di futuri vantaggi. “Noi assistiamo a scandali finanziari e corruzione su vasta scala, mentre la gente soffre per una pesante situazione economica”. “Sottolineiamo – ha insistito – con grande preoccupazione che il 63mo Anniversario della nostra Indipendenza avrà autentico significato solo con la creazione di un ambiente dove tutti siano in grado di vivere senza paura e senza sospetti. Senza nessuna remora, essi devono sentire e credere di essere una parte utile e valida di questo Paese. Devono avere libertà di espressione e di movimento, insieme a quanto necessario per vivere in modo pacifico e indipendente. A questo fine noi offriamo le nostre preghiere e la solidarietà. Dio benedica e sostenga il nostro amato Sri Lanka”.

E’ critico l’attivista per i diritti umani padre Sarath Iddamalgoda, secondo il quale non c’è nulla da celebrare e definisce l’anniversario come “una grande farsa”. Ad AsiaNews dice che “quanto vediamo il 4 febbraio è un rituale. Cosa dobbiamo celebrare?” “Oggi noi non possiamo pensare in modo indipendente ed esprimere il nostro pensiero in modo libero, i media sono colpiti, i giornalisti scompaiono e nemmeno c’è la libertà economica. Il reddito mensile non  basta per vivere 2 settimane. I bambini non hanno accesso all’istruzione. La gente si dibatte tra i problemi”. “Al contrario, è ora che la popolazione lotti per la libertà”.

Herman Kumara, presidente nazionale del Movimento Nazionale di Solidarietà dei Pescatori e segretario generale del Forum Mondiale dei Pescatori, invita tutti a “essere solleciti nel costruire il nostro Paese”, al di là delle “divisioni etniche, religiose, geografiche e di altro tipo”. “Occorre armonia tra gruppi etnici, religiosi, tra tutta la popolazione. Non vedo che sia così, oggi”.

Il dott. Wickaramabahu Karunarathne, leader del Nuovo Fronte di Sinistra, pure ritiene che “il 4 febbraio 1948 non abbiamo ottenuto una reale libertà. Il 4 febbraio 1978 io ero nel carcere di Bogambora, il giorno che fu introdotta l’attuale Costituzione dittatoriale. Ora con Mahinda la situazione è peggiorata”. Il giorno dell’anniversario “dovrebbe essere  un giorno di protesta nel quale innalzare bandiere nere contro la fame, la repressione sciovinista, il terrore di Stato e la dittatura”.

Il sacerdote anglicano Tamil e attivista per i diritti  umani padre Marimuttu Sathivel parla della situazione dei Tamil, molti dei quali “vivono in modo nomade… ancora profughi a 2 anni dalla fine della guerra”. Egli è molto critico verso “un Paese costruito attraverso le attitudini scioviniste dei buddisti Sinhala”. Teme che “proteggere” questa nazione significhi “abolire, in modo indiretto, la [libertà di] religione che la Costituzione ha riconosciuto alla popolazione.

La sua principale critica è contro i politici, “che sembra non abbiamo alcuna intenzione di risolvere questo contrasto o che non siano pronti a rispondere alle necessità del popolo Tamil”. “Vogliono soltanto proteggere il loro regime e i sostenitori”. Ricorda pure la repressione contro chi si oppone e i continui attacchi contro giornalisti e media indipendenti, e si chiede “dove è la democrazia, in  questo Paese?” “Non possiamo essere felici sotto questa mentalità dittatoriale e militarizzata. Così, l’Indipendenza non ha significato. Dobbiamo dire: Iniziamo a costruire la nostra libertà”.

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