04/08/2012, 00.00
PAKISTAN
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Ramadan in Pakistan: conversione all’islam in diretta tv, protestano le minoranze

di Imran Morris
Nel mese di digiuno un popolare show mostra il cambio di fede di un 20enne indù. In cinque minuti abbraccia la fede di Maometto. Il suo ex datore di lavoro: tutta una messa in scena. Protestano cristiani, indù, sikh e ahmadi. Il Dawn avverte: episodi analoghi aumentano la situazione di “emarginazione” delle minoranze.

Lahore (AsiaNews) - Le minoranze religiose pakistane - tra cui i leader cristiani - hanno condannato con forza la scelta di trasmettere in televisione la conversione di un giovane dall'induismo all'islam. La cerimonia è stata diffusa in occasione del Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera per i musulmani, sull'emittente privata ARY Digital lo scorso 25 luglio. Anche se i media del Paese - non solo tv, ma anche settimanali e quotidiani - non sono nuovi alla pubblicazione di materiale "offensivo" nei confronti delle altre fedi, per la prima volta nella storia si è mostrata una scena riguardante la conversione di un non musulmano; per di più, nel corso di un popolare show televisivo che ha dato in pasto al pubblico uno degli aspetti più intimi e sacri della persona umana.

Younas Alam, direttore della Commissione per i diritti delle minoranze in Pakistan, sottolinea che dopo i recenti casi di conversioni forzate di donne non musulmane, questo è "un ulteriore attacco diretto alle minoranze". Oltretutto il programma legittima solo l'islam come fede, mettendo alla berlina le altre.

Sunil, 20enne indù, ha abbracciato l'islam durante uno show in prima serata trasmesso in occasione del Ramadan (nella foto). Originario di Karachi, la metropoli più popolosa del Paese, il giovane ha impiegato "solo cinque minuti" per il cambio di religione, sotto la mano esperta di un "maulvi", una guida religiosa musulmana.

Sebbene il ragazzo affermi di essersi convertito alla fede di Maometto di sua "spontanea volontà", molti restano scettici e non credono alle sue affermazioni. Ansar Burney, capo dell'ente Ansar Burney Welfare Trust presso il quale ha lavorato per sei anni Sunil, definisce la conversione "una messa in scena". E molti altri parlano di una rappresentazione montata ad arte dal presentatore e dagli autori, non nuovi a colpi di scena diretti solo a conquistare maggiore pubblico.

Diverse le critiche che hanno preso di mira lo show, colpevole non solo di incoraggiare gli estremisti islamici nel procedere a conversioni forzate, ma anche di creare un "ambiente ostile" attorno alle minoranze religiose, fra cui cristiani, indù, sikh e ahmadi. Una trasmissione bollata come "intimidatoria" e da più parti si sollevano appelli diretti al governo, perché siano presi provvedimenti contro programmi che "fomentano odio" interconfessionale. In una nazione in cui le minoranze sono già trattate alla stregua di "cittadini di seconda classe", si legge in un editoriale pubblicato da Dawn - il principale quotidiano pakistano in lingua inglese, ndr - eventi di questo tipo "servono solo ad acuire la condizione di emarginazione".

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