14/10/2015, 00.00
FILIPPINE
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Rapimento Del Torchio: “Riservatezza”. Un video-appello dei rapiti di Davao

Il sindaco di Dipolog, luogo del sequestro dell’ex-missionario, ha chiesto alla stampa di interrompere la pubblicazione di ulteriori dettagli sul caso. Si teme che informazioni sensibili possano finire in mano ai rapitori. Superiore regionale Pime nelle Filippine: “Non è giunta alcuna richiesta di riscatto”. Quattro persone sequestrate da islamisti pochi giorni prima di Del Torchio sono apparse in video con i rapitori, chiedendo lo stop delle operazioni militari di Manila contro i terroristi.

Manila (AsiaNews) – Evelyn Uy, sindaco di Dipolog, città in cui è stato rapito Rolando Del Torchio l’8 ottobre scorso, ha chiesto a tutti i media di “interrompere la pubblicazione e la messa in onda di ulteriori dettagli sul rapimento” dell’ex missionario del Pime, “in accordo ai desideri della famiglia e di coloro che [gli] sono vicini”. Le autorità, si legge nella lettera pubblicata due giorni fa, “stanno investigando in modo istancabile e conducendo operazioni per la liberazione del signor Del Torchio. Data la natura delle operazioni, la famiglia teme che informazioni sensibili possano inavvertitamente passare ai rapitori e pregiudicare il risultato delle indagini”. P. Giovanni Re, Superiore regionale del Pime nelle Filippine afferma che “non ci sono novità rilevanti su caso. Bisogna tenere ben presente la lettera del sindaco e mantenere riservatezza per non intralciare le indagini”.

Intanto i tre stranieri (due canadesi e un norvegese) e la donna filippina rapiti nella città di Davao tempo prima di Del Torchio, il 21 settembre scorso, sono comparsi in un video pubblicato da estremisti islamici. Gli ostaggi, seduti per terra e circondati da uomini mascherati e armati di mitragliatori, rivolgono un appello alle autorità filippine perché interrompano ogni azione militare contro i miliziani e chiedono al governo canadese di aprire negoziati per la loro liberazione. “Però solo quando avrete esaudito le nostre richieste – dice uno dei rapitori – potremo parlare di negoziati”.

Le autorità filippine sono convinte che i sequestratori dei tre stranieri e della donna filippina appartengano ad Abu Sayyaf, uno dei gruppi islamisti più attivi nella guerriglia contro il governo a Mindanao. La loro roccaforte è l’isola meridionale di Jolo, dove si presume siano tenuti i prigionieri, anche se non c’è alcuna conferma di ciò.

Non è invece ancora chiaro chi abbia rapito Del Torchio. Qualche giorno fa Cleve Taboso, sovrintendente della polizia di Dipolog, ha citato alcune riprese di telecamere a circuito chiuso del sequestro, in cui sarebbero stati riconosciuti i membri del “Commander Red Eye”. Il “Red Eye” è una gang locale legata all’estremismo islamico e ad Abu Sayyaf, che ha già compiuto sequestri in passato. P. Giovanni Re è cauto: “Non è confermato che i rapitori di Del Torchio siano gli stessi degli altri ostaggi. Per ora non è giunta nessuna richiesta di riscatto”. Anche Evelyn Uy, sindaco di Dipolog, ha messo in guardia dai “dati inaccurati” che sono stati dati “in pasto all’opinione pubblica”, facendo esplicito riferimento alle immagini del rapimento di Del Torchio.

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