05/06/2008, 00.00
ARABIA SAUDITA
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Re Abdullah: dobbiamo dialogare anche con chi non ama l’islam

Si è aperta alla Mecca la conferenza sul dialogo interreligioso. Presenti quasi 600 esponenti di tutto il mondo musulmano. Superare le differenze interne per presentare al mondo il vero volto dell’islam: tollerante, morale e giusto.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Dialogare anche con coloro che non amino l’islam. E’ la parola d’ordine lanciata dal re saudita Abdullah nel discorso col quale ha aperto alla Mecca la prima conferenza internazionale avente per obiettivo proprio il dialogo con cristiani ed ebrei. Organizzato dalla Muslim World League, l’incontro vede riuniti circa 600 esponenti del mondo musulmano per una riflessione “interna”, propedeutica al dialogo con le altre fedi. Tra loro anche l’ex presidente iraniano Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, sciita, che ha anche avuto un colloquio privato con il re.
 
La conferenza appare rientrare nell’azione che sta svolgendo re Abdullah - capo di un Paese ultraconservatore e accusato di negare ogni forma di libertà religiosa – il quale sembra voler spingere l’Arabia Saudita sulla strada di seppur limitatissime riforme. “Ci incontriamo oggi - ha affermato il re – per dire al mondo che noi siamo la voce della giustizia e dei valori morali, la voce della coesistenza come di un dialogo giusto e ragionevole”. Tra le “sfide” che oggi si pongono davanti al mondo islamico, Abdullah ha indicato anche “gli estremisti presenti tra i nostri popoli” che “che hanno unito le loro forze in flagrante aggressività per distorcere la giustizia e la tolleranza dell’islam”.
 
Rafsanjani, dal canto suo, ha puntato l’attenzione sulla necessità che il mondo musulmano cerchi la propria unità. “Io – ha detto tra l’altro – sono sciita ed ho passato la vit a studiare l’Islam”. “Fatemi dire – ha aggiunto – che noi, sciiti e sunniti, abbiamo in comune il 95 per cento. Perché allora permettere che una differenza del cinque per cento consenta ai nostri nemici di fare scempio?”.
 
Gli ha fatto eco uno dei massimi esponenti del mondo culturale sunnita, lo sceicco dell’università di Al-Azhar, Sayyid Tantawi, secondo il quale la conferenza “offre una nuova via per rafforzare la cooperazione tra i musulmani. E’ essenziale – ha proseguito - ridurre le differenze e promuovere la comprensione”.
 
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