31/12/2007, 00.00
PAKISTAN
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Rimandate “con probabilità” le elezioni in Pakistan

di Qaiser Felix
L’ipotesi è stata ventilata da un portavoce del partito al potere; la Commissione elettorale renderà pubblica la sua decisione solo domani. Il Partito popolare del popolo sceglie il figlio della Bhutto come successore “formale” alla leader uccisa e si dice pronto al voto l’8 gennaio come stabilito. Commissione diritti umani del Pakistan: Musharraf, “responsabile” dell’accaduto, l’Onu apra un’inchiesta indipendente.

Islamabad (AsiaNews) – Con ogni probabilità saranno posticipate di 3 o 4 mesi le elezioni legislative in Pakistan, che avrebbero dovuto svolgersi invece il prossimo 8 gennaio. La decisione non è ancora ufficiale, ma l’ipotesi di un rinvio di “qualche settimana” è stata avanzata dal portavoce del partito al potere, la Lega Musulmana del Pakistan-Frazione 'Qaid i-Azam' (Pml-Q), guidata dal presidente Pervez Musharraf. La Commissione elettorale centrale terrà una riunione di emergenza oggi e solo domani verrà comunicato il da farsi. La stessa Commissione ha denunciato che in almeno 9 distretti i propri locali erano stati dati alle fiamme durante gli scontri seguiti all'assassinio di Benazir Bhutto, lo scorso 27 dicembre. Negli attacchi le liste con i nominativi di candidati e aventi diritto “sono state ridotte in cenere" dagli assalitori.

Secondo il Pmil-Q l’instabilità che scuote il Paese rischia di far “perdere credibilità” all’appuntamento elettorale, se svolto nelle attuali condizioni. La formazione politica della Bhutto, il Partito popolare del Pakistan (Ppp), si è invece detta pronta ad andare alle urne l’8 gennaio. Anche l’altro partito d’opposizione, la Lega musulmana Nawaz (Pml-N), guidato dall’ex premier Nawaz Sharif, ha deciso di non boicottare il voto.

Ancora non è chiaro chi sarà il candidato del Ppp. Ieri il Partito ha scelto il figlio della Bhutto, Bilawal, come successore alla leadership del partito. Il giovane, appena 19enne, ha già annunciato che intende proseguire i suoi studi ad Oxford, lasciando di fatto ogni potere decisionale al padre, Asif Ali Zardari, nominato co-presidente. Il marito della Bhutto non poteva assumere il controllo diretto del Ppp a causa del suo controverso passato. Egli è noto con il soprannome di "Signor 10%", per l'ammontare delle tangenti di cui, secondo le accuse, esigeva il pagamento. Quando la Bhutto fu rovesciata nel 1996, lui è stato incarcerato. È stato liberato nel novembre 2004, dopo essere stato assolto dalle accuse di corruzione, omicidio e traffico di droga.

Intanto il Paese è ancora scosso dalle vicende della settimana scorsa e da più parti si chiede un’indagine indipendente sulle cause che hanno portato alla morte della popolare leader. Il Ppp ha già avvertito che rifiuterà qualsiasi inchiesta governativa ed esige che l’Onu conduca un processo simile a quello aperto per l’assassinio dell’ex premier Rafiq Hariri in Libano. Dello stesso parere anche la Commissione diritti umani del Pakistan (Hrcp). Iqbal Haider, segretario generale della Hrcp, ha definito “ridicoli” i rapporti ufficiali sulle circostanze dell’omicidio e “non indipendente” il lavoro della commissione giudiziaria. “Riteniamo Musharraf responsabile di questo assassinio premeditato”, denuncia Haider. Secondo la presidente della Hrcp, Asma Jahangir, le prove circostanziali indicano Islamabad tra i colpevoli. Ha poi voluto suggerire all’altro antagonista di Musharraf, Nawaz Sharif, di “stare attento alla sua sicurezza”.

 

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