12/12/2011, 00.00
RUSSIA
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Russia contro Putin, la Chiesa ortodossa invita a non provocare “altre rivoluzioni”

di Nina Achmatova
Il potere centrale teme rivoluzioni colorate in stile ucraino, ma la gente vuole solo vedere rispettato il proprio diritto a un voto trasparente. Medvedev apre un'inchiesta sui possibili brogli elettorali. Il movimento anti-Putin programma una nuova manifestazione per il 24 dicembre.
Mosca (AsiaNews) – Dopo l’ondata di manifestazioni che in tutta la Russia lo scorso 10 dicembre hanno gridato contro i presunti brogli elettorali e il partito di governo Russia Unita, la Chiesa russo-ortodossa invita la popolazione a non permettere scenari da guerra civile.

Il bianco di palloncini, fiori e nastrini che hanno colorato la piazza Balotnaja a Mosca dove si è svolta la più grande dimostrazione dell’era Putin, è visto dal potere centrale come il possibile simbolo di una temuta “rivoluzione colorata”, come quella in Ucraina che nel 2004 annullò le elezioni presidenziali. La Chiesa ortodossa sembra condividere le stesse preoccupazioni. “Non possiamo che esprimere soddisfazione per il fatto che le manifestazioni in tutte le città russe si sono svolte pacificamente e nel rispetto della legge – ha detto l’arciprete Vsevolod Chaplin capo del Dipartimento per le relazioni tra la Chiesa e la società presso il Patriarcato di Mosca – ma la cosa più importante ora è mantenere la pace civile e non permettere nuovi 1905, 1917, 1991, 1993”, con riferimento alle date delle maggiori rivoluzioni e disordini sociali in Russia del secolo scorso. Citato dall’agenzia Interfax, Chaplin ha poi ammesso che “sono state sollevate serie domande, non comode per le autorità, che speriamo risponderanno in modo adeguato e onesto”.

Il movimento di protesta ha dimostrato di essere tutt’altro che violento. In una risoluzione ha chiesto di liberare i manifestanti arrestati nell’ultima settimana, di organizzare nuove legislative e rimuovere il capo della Commissione elettorale centrale. “Un voto trasparente è un nostro diritto costituzionale – dice Kirill, 30 anni, uno dei giovani della piazza – non vogliamo rovesciare alcun potere, ma solo andare alle urne convinti che il nostro voto valga qualcosa”. Se le sue richieste non saranno ascoltate, l’opposizione ha in programma una nuova grande manifestazione per il 24 dicembre. Dal palco di Mosca è stata letta una lettera del blogger Alexei Navalny, arrestato e condannato a 15 giorni di detenzione per “resistenza a pubblico ufficiale” e che invitava i russi a “liberarsi dalle catene”.

Dopo un’iniziale indifferenza e la censura totale sulle tv pubbliche, il Cremlino è stato costretto a guardare in faccia la protesta. Il presidente Dmitri Medvedev ha ordinato indagini sulle denunce di brogli nel voto che il 4 dicembre scorso ha incoronato vincitore Russia Unita con una scarsa maggioranza. Sul suo profilo Facebook, il capo di Stato ha detto di non condividere gli slogan della protesta, i cui principali obiettivi erano il premier Putin e il governo. “Russia senza Putin”, “Russia senza corruzione”, “Elezioni libere” gridava il popolo della piazza.

Per gli esperti si tratta della nuova classe media cittadina – giovani istruiti, piccoli imprenditori, liberi professionisti e intellettuali - quella che tra 10 anni dovrebbe costituire il 60% della popolazione nazionale e che ancora non ha una sua rappresentanza politica. All’indomani dell’entusiasmo per il “risveglio della società civile russa”, come alcuni media hanno definito gli eventi di sabato, già ci si chiede quale figura e formazione potrà farsi reale portavoce delle esigenze di questo segmento della società.
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