08/11/2010, 00.00
GIAPPONE-RUSSIA-CINA
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Russia e Cina contro il Giappone per il dominio del Pacifico

di Pino Cazzaniga
La visita di Medvedev alle isole Curili (“Territori del Nord” per il Giappone) sembra un atto pianificato per motivi elettorali, ma anche per creare difficoltà a Tokyo, d’accordo con Pechino. In gioco vi è l’influenza economica e militare di Giappone e Stati Uniti nell’estremo oriente.
Tokyo (AsiaNews) – Mosca e Pechino sembrano essersi alleate contro il Giappone per ridurre la sua influenza nel Pacifico, mentre Tokyo è costretto a rafforzare i legami con gli Stati Uniti. Il primo novembre il presidente russo Dmitry Medvedev ha visitato l’isola di Kunashiri al nord-est dell’Hokkaido, suscitando energiche proteste del governo di Tokyo. L’isola assieme a quelle di Shikotan, Etorofu e agli isolotti Habomai costituisce una regione nota in Giappone come i “Territori del Nord”. Medvedev è il primo presidente russo che mette piede su quel territorio. Le quattro isole sono state invase dall’esercito sovietico dal 2 al 28 settembre 1945 alla fine della seconda guerra mondiale.
 
La passeggiata diplomatica di Medvedev
 
Medveded ha fatto la visita all’isola durante il viaggio di ritorno da Hanoi (Vietnam), dove assieme ad altri leader, compresi il presidente della Cina Hu Jintao e il premier giapponese Naoto Kan, aveva partecipato a un incontro allargato dell’Asean (Association of South-East Asian Nations).
 
Atterrato nell’isola di Sakalin, ha fatto una deviazione dal viaggio di ritorno per raggiungere, con un piccolo jet l’isola di Kunashiri. La visita è durata poche ore, ma i luoghi visitati e le dichiarazioni fatte sono state tali da preoccupare la diplomazia giapponese.
 
Il presidente si è comportato come a casa propria: ha esaminato una installazione geotermica, costruita dai russi e visitando una famiglia ha detto: “ Siamo decisi a investire in questa isola, perchè lo sviluppo è importante” e poi, a colloquio con i giornalisti, ha chiarito senza sfumature: “Su quest’isola la vita sarà migliorata proprio come nella parte centrale della Russia”.
 
La reazione diplomatica di Tokyo
 
Il primo ministro del Giappone, Naoto Kan, ha subito protestato in termini chiari e forti. “Noi da lungo tempo e costantemente - ha detto - rivendichiamo che le quattro isole del nord sono territori del Giappone. Il fatto che il presidente (russo) abbia visitato la regione è veramente deplorevole”.
 
Non meno forte è stato l’atteggiamento del ministro degli esteri Seiji Maehara che ha concretizzato la protesta convocando l’ambasciatore russo a Tokyo, Mikhail Bely, e chiamando in patria l’ambasciatore giapponese a Mosca, Masaharu Kono.
 
Dopo l’incontro Bely, rispondendo ai giornalisti, ha detto che la visita era “un affare puramente interno della Russia” e ha esortato la parte giapponese a “trattare la materia con calma ed equilibrio”.
 
Più preoccupante è stato il richiamo dell’ambasciatore giapponese, perchè poteva apparire come rottura delle relazioni diplomatiche e l’interruzione del dialogo per risolvere la disputa sulla territorialità delle isole. Ma il ministro degli esteri si è affrettato a chiarire che lo scopo del richiamo del diplomatico era conoscere quale fosse la situazione interna della Russia, in relazione all’insolito atteggiamento del presidente.
 
“La nostra fondamentale direzione, ha aggiunto, non è cambiata. Noi intendiamo risolvere il problema territoriale e concludere il trattato di pace per rafforzare i legami tra il Giappone e la Russia”. 
 
In attesa di un trattato di pace da 65 anni
 
A causa della visita di Medvedev all’isola di Kunashiri i rapporti diplomatici tra Russia e Giappone rischiano di subire una seria involuzione: sembra che l’orologio della storia sia stato portato indietro di 65 anni.
 
Fino al settembre del 1945 nessuno contestava la territorialità giapponese delle “quattro isole del nord”.  Nella prima metà del secolo XIX coloni giapponesi hanno cominciato a abitare su queste isole, poi, nel 1855 con il ‘Trattato di commercio, navigazione e delimitazione il tutto si è concluso in maniera amichevole e pacifica, con la Russia che ha confermato la realtà esistente, riconoscendo la territorialità giapponese delle isole. 
 
Ma tra il 28 agosto e il 5 settembre del 1945, a guerra ormai ultimata, le forze sovietiche le hanno invase, e nel 1949 l’allora Unione Sovietica le ha incorporate nel proprio territorio nazionale deportando tutti i residenti giapponesi.
 
Ma il Giappone ha continato a considerare i “Territori del Nord” parte integrale del proprio territorio nazionale, illegalmente occupati dalla Russia. Gli Stati Uniti hanno constantemente sostenuto la posizione del Giappone.
 
Dal 1955 il governo dell’Urss e poi della Russia ha assunto un atteggiamento dialogico in cerca di un compromesso, e nel 1993 il presidente russo Boris Yeltsin e il primo ministro giapponese Morihiro Hosokawa hanno firmato la “Dichiarazione di Tokyo” dove si dice che le due nazioni “concluderanno il trattato di pace, dopo aver risolto il problema territoriale (delle “quattro isole”), sulla base dei relativi documenti legali”.
 
In seguito Vladimir Putin, quando era presidente della Federazione Russa, ha proposto, come compromesso, la cessione dell’isola di Shikotan e del gruppo delle Habomai e nella stessa linea si è posto anche Medvedev quando nel febbraio del 2009 ha proposto di assumere “uno schietto approccio per risolvere il problema territoriale”.  Ma la repentina sua visita a Kunashiri blocca il cammino dialogico ritornando alla posizione di intransigenza iniziale.
 
Attacco congiunto di Cina e Russia
 
Per alcuni analisti il cambiamento diplomatico di Medvedev sarebbe stato motivato da tattica elettorale. Nel 2012 in Russia si terranno le elezioni presidenziali: Medvedev, con la sua intransigenza verso il Giappone, si presenterebbe come il paladino dei diritti nazionali, mettendo in ombra Vladimir Putin.
 
Ma c’è un’altra spiegazione più convincente e preoccupante: Cina e Russia stanno lavorando di concerto per eliminare l’influenza del Giappone nel Pacifico e controllare quella degli Stati Uniti. Le isole Senkaku (Diaoyu, in cinese) nel mare orientale della Cina e le “quattro isole” dei “Territori del Nord” in Giappone controllano il nord e il sud del Pacifico orientale. L’energica protesta del governo della Cina per l’arresto del capitano di un peschereccio cinese presso le isole Senkaku da parte di una nave guardiacoste giapponese all’inizio di settembre e la visita del presidente russo a Kunashiri all’inizio di novembre hanno una motizione comune: rivendicare, contro il Giappone , il diritto di territorietà sulle isole Senkaku e sui “Territori del nord”.
 
Tra i due avvenimenti ce n’è un terzo che avvalora la tesi: la visita che Medvedev ha fatto a Pechino dal 26 al 28 settembre durante la quale egli e Hu Jintao in una dichiarazione congiunta – e alludendo al Giappone - hanno condannato i “tentativi” di cambiare la storia della Seconda guerra mondiale. In precedenza, in luglio, la Russia ha tenuto un’esercitazione militare su larga scala nell’isola di Etorofu, una della quattro isole contestate, e in seguito Medvedev ha firmato la legge che designa giorno memoriale della fine della guerra il 2 settembre, che è il giorno in cui nel 1945 il Giappone ha consegnato agli Alleati i documenti della resa incondizionata.
 
Ricordando questi fatti, l’editorialista del The Japan Times ha scritto: “Il governo [giapponese] deve fare attenzione alla possibilità che la Cina e la Russia stiano sincronizzando la loro pressione contro i Giappone”.
 
Gli Stati Uniti a sostegno di Tokyo
 
L’attacco congiunto di Cina e Russia sembra sia stato favorito dalla debolezza diplomatica del governo giapponese. Secondo Takahashi Kawakami, docente di politica internazionale, l’attuale governo di Tokyo ha dato la precedenza ai politici sui burocrati; ma in questo modo l’amministrazione Kan ha fallito nel maneggio del potere diplomatico. 
 
In questa situazione il Giappone, ancora una volta, non ha altra scelta che ricorrere agli Stati Uniti, che hanno risposto prontamente. Il 31 ottobre la signora Hillary Clinton, segretario di Stato, incontratasi alle Hawai con il ministro degli esteri giapponese Seiji Maehara, ha detto che le isole Senkaku sono considerate (dall’America) territorio giapponese e che , in forza del trattato di mutua difesa,   gli Stati Uniti sono impegnati a difenderle in caso di attacco straniero.
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