26/02/2014, 00.00
INDIA - USA
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Sacerdote Usa in India: La fede in Cristo ci aiuti a trovare il rispetto per le altre religioni

di Nirmala Carvalho
P. Leo D. Lefebure, dell'arcidiocesi di Chicago, è in India per una serie di conferenze. Egli racconta la sua missione, fondata sui rapporti con musulmani, ebrei, buddisti e indù. Da ogni credo è possibile imparare qualcosa se abbandoniamo un atteggiamento negativo nei confronti dell'altro.

Mumbai (AsiaNews) - "Il più grande contributo che l'India può dare al dialogo interreligioso è promuovere la riconciliazione con il Pakistan e cercare di risolvere la situazione nel Kashmir". A parlare è p. Leo D. Lefebure, sacerdote statunitense, in visita nel Paese asiatico per una serie di conferenze. Originario dell'arcidiocesi di Chicago, p. Lefebure è impegnato nel dialogo tra cristianesimo e le altre religioni. Egli è professore di teologia alla Georgetown University ed è membro emerito del World Parliament of Religions. Durante la sua visita in India, il sacerdote ha tenuto una lezione alla Jamia Millia Islamia, storica università islamica di New Delhi. Qui ha parlato di Paolo VI e del nuovo spirito che il papa ha portato nei rapporti tra cristiani e musulmani. Ad AsiaNews racconta il senso della sua missione e cosa ha imparato dal dialogo con persone di altre religioni. (Traduzione a cura di AsiaNews)

Da dove nasce la sua spinta alla missione del dialogo?

La mia fede in Gesù Cristo mi spinge a cercare relazioni rispettose e armoniose con i fedeli di altre tradizioni religiose. Purtroppo, tutte le tradizioni religiose sono troppo spesso in conflitto in molte regioni del mondo di oggi, e molti americani nutrono visioni negative nei confronti di altri credo, in particolare verso l'islam. Traggo la mia energia e il mio sostegno dai tanti meravigliosi colleghi che ho incontrato nelle diverse attività interreligiose.

Secondo lei quale può essere lo speciale contributo dell'India al dialogo islamo-cristiano, nel contesto globale?

Il più grande contributo che l'India può dare è promuovere la riconciliazione con il Pakistan e cercare di risolvere la situazione nel Kashmir. Questo avrebbe ripercussioni su scala mondiale e rappresenterebbe un meraviglioso modello di dialogo e ispirazione per gli altri.

Che cosa ha imparato dal dialogo con persone di altre religioni e persone che non appartengono a nessun credo in particolare?

Per lungo tempo sono stato impegnato nel dialogo ebraico-cristiano, nel quale ho imparato molto delle radici giudaiche della fede cristiana; della tragica storia dell'anti-ebraismo dei cristiani; della necessità di trasformare l'atteggiamento dei cristiani nei confronti degli ebrei e dell'ebraismo. I cambiamenti in questa relazione hanno importanti ramificazioni per tutte le altre forme di dialogo interreligioso. Ho imparato tanto dalle prospettive buddiste e dalle pratiche di meditazione, che hanno arricchito molto la mia vita di cattolico. Ora sono impegnato nel dialogo "cristiano-vaishnava", dal quale sto imparando di più su questo filone della tradizione induista. Non sono mai stato coinvolto in un dialogo formale con persone che non appartengono ad alcuna specifica religione, ma ho imparato molto dagli scritti di intellettuali non credenti.

 

 

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