16/11/2010, 00.00
PAKISTAN
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Sacerdote pakistano: La legge sulla blasfemia è una spada che pende sulla nostra testa

di Anonimo*
Il caso di Asia Bibi è l’ultimo di una lunga serie di tragedie provocate dalla famigerata legge che semina terrore. La Chiesa del Pakistan è una Chiesa in sofferenza, ma ha un ruolo profetico da giocare: "portare speranza al popolo intero.

Islamabad (AsiaNews) - Sono originario del Pakistan, e sono cristiano. Ho studiato in Pakistan, e ho anche visto come la legge sulla blasfemia, la legge n. 295C è stata ed è utilizzata in maniera scorretta per sistemare litigi personali e per uccidere cristiani e bruciare le loro case e i loro averi. Il Pakistan è un Paese di 180 milioni di abitanti, di cui il 96 per cento sono musulmani e il due per cento cristiani.

E’ veramente triste vedere che un’altra cristiana – questa volta una donna, Asia Bibi – è diventata un bersaglio grazie alla controversa legge sulla blasfemia. Da quando questa legge è stata promulgata nel 1990 circa 30 cristiani sono stati portati in tribunale, e neanche uno è stato giudicato colpevole dai gradi superiori di giudizio. Anche se un paio di loro sono stati condannati a morte dai tribunali locali, chiamati “Sessions Courts”. Questa legge ha portato solo miseria e oppressione al popolo pakistano in generale e ai cristiani del Pakistan in particolare. In generale, sono caduti sotto le conseguenze di questa legge circa mille persone: musulmani, ahmadi, indù e  cristiani.

Asia Bibi – una donna di 45 anni – una lavoratrice cristiana è l’ultima vittima della legge. Sfortunatamente è la prima donna cristiana condannata a morte sulla base di un’accusa secondo cui avrebbe commesso il delitto di blasfemia contro il profeta dell’islam. Un giudice locale, Naveed Iqbal, l’ha condannata all’impiccagione. Ma le circostanze dimostrano invece che Asia Bibi è stata insultata dalle sue compagne di lavoro, donne musulmane. Sostenevano che l’acqua che stava servendo era “impura” a causa della sua fede, perché era cristiana.

E’ veramente deplorevole che questa legge sia stata promulgata nel nostro Paese. Ha portato paura fra la gente, e fra i cristiani in particolare. Spesso cristiani e musulmani sono stati uccisi da folle inferocite che li accusavano di aver bestemmiato il profeta, o dissacrato il sacro Corano dei musulmani. Per esempio, l’insegnante cristiano Nimat Ahmer è stato ucciso da uno studente a Faisalabad. Un altro cristiano, Binto Masih, è stato attaccato e ferito gravemente mentre era nelle mani della polizia, ed è morto poco dopo. Masih Masih era un cristiano, ucciso mentre usciva dall’Alta Corte a Lahore, dove era stato convocato a causa della legge sulla blasfemia. Un musulmano, Sajad Farooq, che era anche Hafiz-e-Quran (uno che impara a memoria il Corano) è stato ucciso da una folla inferocita sull’accusa di aver dissacrato il Corano. Un altro musulmano che era anche membro del Majlas-e-Shura (consiglio dei consulenti) del dittatore militare Zia ul Haq fu ucciso in prigione da uomini della polizia.

Questa legge è così vaga che ciascuno può facilmente essere accusato di blasfemia e ucciso. Spesso accade che litigi per i confini dei terreni sfocino in accusa di blasfemia. E’ accaduto che i tribunali abbiano dato il loro giudizio assolvendo le persone, dichiarandole così innocenti. Ma sfortunatamente viviamo in una società dove un uomo, giudicato innocente da un tribunale, venga ucciso da musulmani fanatici che lo uccidono dove e quando lo trovano. Come risultato, la persona sa che potrebbe essere assassinata ovunque e comunque dai fanatici musulmani. Egli ha solo una via di scampo: scappare in un altro Paese per salvarsi la vita. Ci sono parecchi casi, e fra questi alcuni cristiani: Salamat Masih, Ayub Masih e altri ancora. Questa è la situazione della nostra società, che è diventata così violenta e aggressiva a causa di questa legge.

 Alcuni leader politici, cone Benazir Bhutto, quando era primo ministro, e Pervez Musharraf, quando era presidente, hanno tentato di apportare alcune modifiche alla legge, ma non ci sono riusciti. Sono stati minacciati dai fondamentalisti musulmani che protestavano nelle strade e minacciavano le peggiori conseguenze, se le modifiche fossero passate. Così questa è la situazione in cui viviamo: è come una spada di Damocle sulle nostre teste. Contro questa legge, vi sono molte organizzazioni di diritti umani musulmane e cristiane. E’ triste che Asia Bibi sia stata condannata. Spero che quando il suo caso arriverà all’Alta Corte sarà assolta, come è accaduto altre volte. Molto spesso i giudici di prima istanza sono terrorizzati dai fanatici musulmani, ed emettono sentenze di morte a causa di questa pressione.

Il Pakistan vive un momento di grande travaglio. E’ una terra in cui agiscono fanatismo, terrorismo e violenza. Sembra che non ci sia un luogo in Pakistan che non possa essere un bersaglio del terrore. In questo momento in cui il futuro sembra molto cupo, e la gente si sente impotente, noi, i cristiani del Pakistan, abbiamo un ruolo importante: portare speranza al nostro popolo. Abbiamo un ruolo profetico da giuocare in Pakistan: non rispondiamo alla violenza con la violenza, e all’odio con l’odio. La nostra Chiesa è una Chiesa che soffre: scuole, chiese, ospedali sono stati attaccati, e più di 300 case di cristiani date alle fiamme. La crescente islamizzazione del Pakistan spaventa i cristiani, e li rende insicuri. I Talebani tanno acquisendo sempre più potere. Il governo dovrebbe prendere severi provvedimenti contro le scuole coraniche che insegnano un islam dal volto così spaventoso, che cerca di imporsi con le armi e le bombe.

*Non pubblichiamo il nome dell'autore di questa lettera perché  egli vive in Pakistan e teme per la sua incolumità personale.

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