17/09/2009, 00.00
CINA
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Sale di grado Ye Xiaowen, mastino del partito verso il Vaticano e le religioni

di Bernardo Cervellera
È divenuto segretario del partito all’Istituto centrale per il socialismo con il rango di ministro. Sotto la sua direzione, l’Ufficio affari religiosi ha perseguitato le comunità cristiane sotterranee, i tibetani, il Falun Gong. Voleva che Benedetto XVI non pubblicasse la Lettera ai cattolici cinesi e ne ha bloccato la diffusione in Cina. Lo sostituisce Wang Zuoan, con la stessa impostazione ideologica.

Roma (AsiaNews) – Ye Xiaowen, l’uomo che per 15 anni ha guidato il ministero per gli affari religiosi, è stato promosso a segretario di partito dell’Istituto centrale per il socialismo col rango di ministro. Ye è stato uno fra i più grandi ostacoli al dialogo della Cina col Vaticano e la sua promozione non fa sperare in una distensione dei rapporti fra Pechino e la Santa Sede. Le prospettive non sembrano migliori, visto che a succedergli è Wang Zuoan, di analoga impostazione ideologica.

Ye, 59 anni, è nato nel Guizhou. Fin dai primi anni ’90 ha lavorato nel Fronte unito e negli affari religiosi ed etnici. Nel 1995 è divenuto direttore dell’Ufficio affari religiosi (col rango di vice-ministro), chiamato poi col nome di “Amministrazione statale per gli affari religiosi”.

Durante la sua direzione sono stati varati i primi Regolamenti sulle attività religiose con cui si definivano “legali” solo le attività svolte con personale registrato e in luoghi registrati, bollando ogni raduno e impegno delle comunità sotterranee come “illegale”. Grazie a questi Regolamenti si è dato il via a uno dei tentativi più violenti e capillari contro la Chiesa cattolica sotterranea, che ha portato ad arresti di vescovi e sacerdoti, violenze fisiche sui fedeli e distruzioni di luoghi di culto.

Nel ’95, sotto la direzione di Ye è avvenuta anche l’elezione dell’11mo Panchen Lama, in opposizione a quello riconosciuto dal Dalai Lama, accrescendo il controllo sul buddismo tibetano, fino a esigere che ogni reincarnazione buddista (anche quella del Dalai Lama) per essere “vera”, deve avere l’approvazione del Partito.

Dal ’99 in poi Ye ha presieduto anche la campagna contro il movimento spirituale Falun Gong, portando all’arresto di migliaia di aderenti accusati di seguire un “culto malvagio”, con una strana sequela – denunciata dallo stesso movimento – di “suicidi” di prigionieri membri del gruppo.

Perfetto rappresentante dell’idea che le religioni devono essere sottomesse al potere e alla supremazia del Partito, Ye ha sempre ostacolato i dialoghi con il Vaticano, utilizzando talvolta deboli parole di disponibilità solo per fare pubblicità alle “aperture” di Pechino.

Sono rimaste famose le sue interviste ai media americani nel febbraio 2008, in cui Ye si è dilungato a decantare le buone prospettive nei rapporti diplomatici con la Santa Sede. Giorni dopo, nel marzo 2008, in patria, egli ha rilasciato una pesante intervista contro le mire “coloniali” del Vaticano e contro Benedetto XVI (cfr. AsiaNews.it, 21/03/2008 La “doppia faccia” del Vaticano secondo Pechino; v. anche AsiaNews.it,  22/02/2008  Rapporti Cina-Vaticano, fumo negli occhi per le Olimpiadi).

Un fatto che dà l’idea di quale dialogo avesse in mente Ye, è ciò che è successo alla stesura della Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi. Come si sa, la Segreteria di stato, per mostrare la sua buona volontà, aveva inviato al governo cinese le bozze della Lettera. Proprio Ye Xiaowen ha scritto al Vaticano, esigendo il blocco della pubblicazione e diffusione del documento papale.

Secondo fonti in Cina di AsiaNews, proprio la pubblicazione della Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi, ha ritardato la promozione di Ye a rango di ministro. Per il Partito, infatti, solo lui poteva ostacolare con efficacia la diffusione in Cina del documento. Ore dopo la pubblicazione, i siti cinesi che lo avevano inserito nel web sono stati costretti a ritirarlo, altri siti sono stati oscurati, sacerdoti sono stati diffidati dal diffonderla.

L’ultima prodezza di Ye Xaiowen è stata la promozione di una serie di lezioni per vescovi e preti ufficiali sulla bontà della politica religiosa del governo cinese, a 50 anni dalla fondazione dell’Associazione patriottica.

La sua dipartita dall’Ufficio affari religiosi è una promozione per il lavoro svolto, più che un segno del cambiamento di politica da parte della Cina. Il suo sostituto,  Wang Zuoan, 51 anni, è conosciuto per la sua apparente affabilità, ma la sua posizione ideologica è la stessa di Ye: la libertà religiosa non è un diritto innato; solo il Partito ha il diritto di elargirla e dosarla.

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