25/07/2007, 00.00
IRAQ – IRAN – USA
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Scambi di accuse tra Teheran e Washington, ma la diplomazia continua a lavorare

Restano distanti le posizioni di Usa e Iran sulla questione irachena, ma si delinea all’orizzonte una possibile “crescita di livello” delle relazioni diplomatiche fra i due grandi nemici.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Scambi di accuse e posizioni invariate: sembra concludersi con un nulla di fatto l’incontro fra l’ambasciatore americano Ryan Crocker e la controparte iraniana Hassan Kazemi-Qomi di ieri a Baghdad, il secondo nel giro di due mesi dopo che le due parti non si erano parlate a livello ufficiale per quasi 30 anni.

In realtà si delinea all’orizzonte un possibile vertice fra i vice-ministri degli Esteri di Usa e Iran e l’eventuale incontro segnerebbe una decisa “crescita di livello” nelle relazioni diplomatiche fra i due grandi nemici. La notizia arriva dall’agenzia ufficiale Irna che riporta una dichiarazione del ministro degli esteri di Teheran, Manuchehr Mottaki, secondo cui “possono essere presi in esame colloqui tra gli Usa e il suo Paese”.

In occasione del secondo vertice, ieri a Baghdad, l’ambasciatore americano ha accusato Teheran di “fomentare la violenza in Iraq”, fornendo “aiuti e supporto alle milizie”, mentre l’Iran continua a chiedere “l’immediato ritiro delle truppe statunitensi dal Paese”. Sembra invece raggiunto l’accordo sulla formazione di un comitato di sicurezza a tre – Usa, Iran e Iraq – per contenere le violenze operate dai ribelli sunninti, fra i quali affiliati e fiancheggiatori di Al-Qaeda, mentre non ci parla delle milizie sciite che, secondo Washington, colpirebbero grazie all’appoggio di Teheran.

Il premier iracheno Maliki lancia un appello affinché tutti diano il proprio aiuto per “combattere violenze ed estremismi” e garantire “la stabilità, senza per questo interferire nelle questioni interne del Paese”. Lunedì scorso il presidente iracheno Jalal Talabani aveva incontrato in separata sede i due ambasciatori invitando ciascuno dei due a “collaborare” per il bene del Paese.

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