22/03/2018, 12.07
ASIA
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Scandalo di Facebook e Cambridge Analytica, partiti politici d’Asia negano rapporti

La società londinese avrebbe violato i dati sensibili di oltre 50milioni di utenti Facebook, nel tentativo di prevedere e condizionare le loro scelte elettorali. Scl India, compagnia affiliata, afferma che entrambi i principali partiti politici indiani sono suoi clienti. Lo scandalo investe anche la politica della Malaysia. Sette dei 10 Paesi con i più alti tassi di penetrazione dei social media sono asiatici.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Mentre in Occidente monta la polemica per lo scandalo causato dalle rivelazioni su Cambridge Analytica, i partiti politici in tutta l'Asia escono allo scoperto per sconfessare ogni legame tra il loro successo elettorale e la società di analisi londinese, accusata di una delle più vaste violazioni di dati della storia.

La scorsa settimana, un’inchiesta condotta dai quotidiani inglesi Guardian e Observer, insieme allo statunitense New York Times, ha portato alla luce il presunto coinvolgimento della Cambridge Analytica in operazioni informatiche volte ad influenzare le ultime elezioni americane ed il referendum per la Brexit. Attraverso un’applicazione, chiamata “thisisyourdigitallife”, la società avrebbe violato i dati sensibili di oltre 50milioni di utenti Facebook, nel tentativo di prevedere e condizionare le loro scelte elettorali tramite annunci personalizzati.

Il clamore suscitato dallo scandalo ha investito anche la politica asiatica. In India, le autorità hanno disposto ieri la chiusura del sito web locale di Cambridge Analytica. Scl India, società affiliata a quest’ultima e prodotto di una joint venture tra il gruppo Scl di Londra ed Ovleno Business Intelligence, afferma che entrambi i principali partiti politici indiani sono suoi clienti. Sia il Bharatiya Janata Party (Bjp) al governo sia il Congress party all’opposizione negano tuttavia di essersi avvalsi dei servizi offerti dalla compagnia.

Ieri, il ministro indiano alla Giustizia e alla Tecnologia dell’informazione Ravi Shankar Prasad ha affermato l’esistenza di “numerosi rapporti” circa il coinvolgimento del Congress party nelle operazioni di Cambridge Analytica. Prasad ha inoltre invitato il leader Rahul Gandhi a “spiegare” il ruolo della società nei suoi mezzi di comunicazione sociale. Il partito d’opposizione respinge le accuse e le rigira all’indirizzo del primo ministro Narendra Modi. Queste affermazioni sembrano essere sostenute da Himanshu Sharma, il vicepresidente di Scl India, che afferma sul suo profilo LinkedIn che la compagnia ha “gestito con successo quattro campagne elettorali per il Bjp”. Tra esse vi sono le elezioni generali del 2014, che hanno portato Modi al potere.

Lo scandalo investe anche la politica in Malaysia. Cambridge Analytica ha dichiarato sul suo sito web di aver sostenuto il partito al governo Barisan Nasional (Bn) in occasione delle elezioni che nel 2013 hanno portato la coalizione del Bn a strappare la provincia di Kedah al Pakatan Rakyat. Due giorni fa, il governo guidato da Najib Razak ha escluso che il Bn, l’ufficio del Primo ministro o qualsiasi organo dell’amministrazione abbiano mai messo sotto contratto la società d’analisi. L’ufficio del premier afferma che tutti i servizi sono stati forniti personalmente all'ex leader del Bn, ora divenuto politico dell'opposizione, Mukhriz Mahathir.

Analisti politici si dichiarano preoccupati per il “molto probabile” utilizzo dei servizi di analisi comportamentale degli elettori nelle prossime elezioni generali in Thailandia, dove non vi è ancora una legge a protezione dei dati personali su internet. Gli esperti sostengono che le attività delle compagnie come Cambridge Analytica in Asia possono non essere etiche, ma è improbabile che infrangano le leggi. In molti Paesi non vi sono restrizioni sull'uso dei dati da parte dei politici e le vittime di "estrazione di dati" potrebbero avere difficoltà ad ottenere un risarcimento.

La crescita dei social media in Asia è stata così rapida che le autorità di regolamentazione hanno avuto difficoltà a tenere il passo. Secondo il portale di statistica Statista, sette dei 10 Paesi con i più alti tassi di penetrazione dei social media sono asiatici: Corea del Sud, Singapore, Hong Kong, Arabia Saudita, Malaysia, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti.

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