03/02/2011, 00.00
EGITTO
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Scontri al Cairo: dai 5 ai 10 morti nella notte. Gli oppositori di Mubarak non cedono

Continua la battaglia fra sostenitori del governo e i manifestanti che presidiano piazza Tahrir. L’esercito ha cominciato ad arrestare persone, non si sa di quale parte. Il Dipartimento di Stato Usa chiede agli americani di partire immediatamente, mentre la situazione politica resta tesa e confusa. Domani la grande manifestazione del “venerdì della partenza”.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Dai cinque ai dieci morti sono il bilancio di una notte di violenza, ancora in corso, fra oppositori e sostenitori di Mubarak al Cairo. Diventa di ora in ora più grave il bilancio degli scontri in Egitto, mentre si attende la grande manifestazione di domani contro Mubarak, definita dagli oppositori “il venerdì della partenza” a piazza Tahrir, ancora presidiata da migliaia di manifestanti. Resta molto confusa la situazione politica, che vede Mubarak, il vice presidente Omar Suleiman, il premio nobel ElBaradei e i Fratelli musulmani impegnati in un difficile gioco per la successione al potere, con l’esercito per ora in posizione di attesa.

Il ministro della Sanità Ahmed Samih Farid ha dichiarato alla Tv di Stato la morte di cinque persone negli scontri seguiti da una sparatoria al Cairo. I feriti sono 836; 86 quelli ancora ricoverati in ospedale. Fonti mediche hanno riferito che il bilancio degli scontri tra dimostranti antigovernativi e pro-Mubarak, proseguiti per tutta la notte, è di dieci morti.

Gli episodi più gravi sono avvenuti intorno alle 4 (ora locale). Spari esplosi contro i manifestanti, provenienti dal ponte “6 ottobre”, vicino a piazza Tahrir, hanno mietuto vittime fra gli oppositori del governo. I militari dell'esercito, che ha rafforzato la sua presenza sul posto, hanno esploso raffiche in aria per mettere in fuga uomini armati che sparavano da auto che viaggiavano a forte velocità sul ponte. I soldati hanno poi sparato nuovamente colpi di avvertimento nel tentativo di sedare gli scontri, proseguiti per tutta la notte con il lancio di sassi e bottiglie molotov. L'esercito ha eseguito stamani un numero imprecisato di arresti. La misura sarebbe stata eseguita "per evitare" ulteriori scontri. Non è chiaro se siano stati fermati sostenitori o oppositori di Mubarak.

Il Dipartimento di Stato Usa ha sollecitato i suoi concittadini a lasciare "immediatamente" l'Egitto. "Tutti i cittadini americani ancora presenti in Egitto che desiderano lasciare il Paese con un volo del governo americano e che sono in grado di farlo dovrebbero recarsi immediatamente al Terminal Haj, Hall 4, il prima possibile il 3 febbraio", afferma un comunicato ufficiale. "Voli americani supplementari dopo giovedì sono improbabili", ha aggiunto il Dipartimento di Stato.  Il pressing americano sul governo egiziano si è fatto più forte. Barack Obama e Hillary Clinton hanno chiesto l'avvio immediato della transizione, e il senatore repubblicano John McCain ha invitato Mubarak a dimettersi. Mohamed ElBaradei, in un‘intervista televisiva, ha fatto dichiarazioni rassicuranti, affermando che l'Egitto del dopo Mubarak non sarà ostile a Stati Uniti e Israele.

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