10/07/2006, 00.00
Cina
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Senza prove, la Cina condanna a morte sei pastori protestanti

Le accuse sono omicidio ed appropriazione indebita, ma gli avvocati denunciano prove inconsistenti e confessioni estorte con la tortura. La denuncia di China Aid Association.

Pechino (AsiaNews) – La giustizia cinese ha condannato a morte sei leader protestanti con l'accusa di omicidio ed appropriazione indebita: secondo gli avvocati, le prove presentate non sono sufficienti per incriminare nessuno di loro e la confessione che per i giudici ha risolto il caso è stata estorta con la tortura. Lo denuncia la China Aid Association (Caa), un'organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti che opera per la libertà religiosa in Cina.

Il verdetto è stato pronunciato dal giudice Liu Qingyi, della Corte intermedia del popolo di Shuangyashan, nella provincia orientale dell'Heilongjiang. Secondo una fonte - anonima per motivi di sicurezza - che ne ha ottenuto una copia, la polizia ha messo sotto accusa nello stesso processo 17 persone: Xu Shuangfu (60 anni),  Li Maoxing (55) e Wang Jun (36) sono stati condannati a morte per omicidio. Con la stessa accusa sono stati condannati, sempre alla pena capitale, anche Zhang Min (35 anni), Zhu Lixin (37) e Ben Zhonghai: per loro, la sentenza è stata sospesa. Il giudice ha poi condannato gli altri 11 processati a pene che variano dai 3 ai 15 anni di reclusione.

Secondo le accuse del governo, Xu – leader del gruppo protestante "Tre gradi di Servizio", con oltre 500 mila aderenti in tutto il Paese – avrebbe ucciso insieme agli altri 16 condannati, tutti membri del suo gruppo, 20 funzionari del gruppo Lampo dell'oriente. Inoltre, si sarebbe appropriato di 32 milioni di yuan [circa 3,2 milioni di euro ndr].

Per gli avvocati della difesa - Li Heping, dello Studio Gaobo Longhua di Pechino e Zhang Lihui, che lavora presso la sede della capitale dell'Ufficio legale Xingyun - le prove presentate dal governo non determinano in alcun modo la colpevolezza dei loro assistiti e sono state estorte tramite tortura, una pratica che lo stesso governo cinese ha definito "diffusa" nelle sue carceri.

Xu Baiyin, figlia di Xu Shuangfu, ritiene il padre del tutto innocente e dice: "La verità verrà rivelata davanti al trono di Dio, anche se in questa vita non vi sarà giustizia". Secondo la Caa, Xu ha chiesto ai suoi avvocati di continuare ad appellarsi presso l'Alta corte per cercare di commutare la sentenza.

La Caa sottolinea un continuo incremento nella repressione verso i protestanti non ufficiali che aderiscono alle comunità domestiche di tutto il Paese. Il 6 luglio la polizia di Langzhong, nel Sichuan, ha arrestato il pastore Wang Shixiu mentre faceva acquisti e sette dei 30 leader arrestati il 28 maggio scorso sono ancora detenuti. Un pastore, che ha chiesto l'anonimato, dice che nel Guangdong gli agenti di pubblica sicurezza entrano nei luoghi di culto con il mitra in mano. Nella provincia, il governo ha chiuso con la forza le chiese domestiche di Meixin e Wu Yang.

Pechino permette la pratica del  protestantesimo solo all'interno del Movimento delle tre autonomie (MTA), nato nel 1950 dopo la presa di potere di Mao e l'espulsione dei missionari stranieri e dei leader delle Chiese, anche cinesi. Le statistiche ufficiali dicono che in Cina vi sono 10 milioni di protestanti ufficiali, tutti uniti nel MTA. I protestanti non ufficiali, che si radunano nelle "chiese domestiche" non registrate, sono stimati ad oltre 50 milioni. Nel corso dello scorso anno, il governo ha arrestato 1958 fra pastori e fedeli delle chiese protestanti non ufficiali.

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