29/12/2005, 00.00
MALAYSIA
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Sepoltura islamica per Moorthy, eroe nazionale malaysiano, indù

Dopo la sua morte il tribunale islamico lo ha dichiarato musulmano, contro le affermazioni della sua famiglia indù. L'Alta Corte di giustizia rigetta l'appello della vedova perché non ha giurisdizione in materia di fede islamica.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Scmp) - M. Moorthy, malaysiano di etnia indù, è stato seppellito con il rito islamico. Ieri l'Alta Corte di Giustizia ha respinto l'appello della vedova contro la sentenza che dopo la sua morte lo aveva dichiarato musulmano. La vicenda rischia di accendere tensioni etnico-religiose.

M. Moorthy, 36 anni, eroe nazionale per essere stato il primo malaysiano a scalare l'Everest, dal 1998 era rimasto paralizzato dal torace in giù. E' morto lo scorso 20 dicembre, dopo che nell'ultimo periodo era stato in coma. Subito dopo la corte della Sharia (tribunale islamico) aveva dichiarato che prima di morire si era convertito all'Islam, per cui doveva venire sepolto come tale. Decisiva, per la sentenza, la testimonianza di ex compagni militari, mentre la moglie, Kaliammal Sinnasamy, e gli altri familiari non erano stati sentiti "perché non musulmani". I familiari chiedevano di poter provare che Moorthy quest'anno, prima di cadere in coma, aveva partecipato a cerimonie religiose indù e bevuto alcolici e che era stato anche intervistato da una tv locale 2 mesi fa sui preparativi per la festa indù di Diwali.

Sull'appello proposto dalla vedova l'Alta Corte malaysiana ha risposto di non avere giurisdizione in materia religiosa e di non poter discutere le decisioni della corte della Sharia circa la fede religiosa. In Malaysia, Paese a larga maggioranza islamica ma con ampie minoranze cristiana, indù e buddista, la giurisdizione del tribunale islamico si applica ai soli musulmani, mentre per le altre persone c'è piena libertà religiosa e giurisdizione dei tribunali civili. La costituzione proibisce discriminazioni per ragioni religiose, ma gli islamici non possono lasciare la fede senza il permesso della corte islamica, che di rado lo dà.

Dopo la decisione dell'Alta Corte, funzionari del dipartimento per gli Affari islamici hanno preso in consegna la salma, che è stata sepolta nel cimitero islamico, avvolta in un sudario bianco   tra il canto di versi del Corano. La moglie non ha assistito al funerale e la famiglia ha celebrato un funerale indù, senza il corpo.

C'è preoccupazione per le reazioni nella società civile, anche per la decisa posizione assunta dal dipartimento per gli Affari islamici, che ha chiesto all'Alta Corte di dichiararsi incompetente. "I non islamici - ha argomentato Muhamad Burok, avvocato del dipartimento nel giudizio - devono sottostare alla giurisdizione della Sharia per avere giustizia in simili materie. L'Islam è una religione di giustizia, che serve allo stesso modo i musulmani e chi non lo è". Gli oltre 200 indù presenti hanno accolto con proteste queste parole.

"Questa decisione - spiega Haris Mohamed Ibrahim, avvocato islamico - è una grande tragedia per il secolarismo, la società civile e la costituzione federale. Ho compassione per la vedova; suo marito è stato sepolto da estranei. La sentenza lascia sgomenti milioni di non musulmani". (PB)

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