29/09/2006, 00.00
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Shanghai, cadono le teste ai vertici del Partito

Sun Luyi, dirigente dell'amministrazione del Partito, era in stretto contatto con l'ex segretario Chen, allontanato la scorsa settimana. Esperti: Hu Jintao vuole stroncare il potere della "cricca di Shanghai", collegata all'ex presidente Jiang Zemin.

Shanghai (AsiaNews/Agenzie) – Ieri un altro dirigente di spicco del Partito comunista di Shanghai è stato accusato di corruzione e costretto alle dimissioni per lo scandalo delle pensioni. Intanto le indagini si estendono al settore della speculazione edile.

Sun Luyi, vice segretario del Comitato del Partito comunista cittadino, è sotto inchiesta per avere "violato in modo grave" la disciplina, contribuendo a stornare 3-4 miliardi di yuan dai fondi pensionistici per investirli in speculazioni edili. Egli ha rivestito cariche di Partito dal 1998 e da anni ne guida l'ufficio burocratico, ruolo di grande influenza per il quale riferiva solo al segretario Chen Liangyu.

Lo stesso Chen si è dimesso il 25 settembre, accusato di essersi appropriato di almeno un terzo dei 10 miliardi di yuan per fondi pensionistici della città che sono "scomparsi". Lo stesso giorno il governo centrale ha inviato una commissione d'indagine per verificare come i funzionari locali hanno controllato la speculazione edilizia: Pechino è preoccupata per l'eccessivo aumento dei prezzi immobiliari, mentre Shanghai non lo vede con sfavore e non sempre ha eseguito le direttive centrali. Inoltre il Consiglio di Stato centrale ha disposto ispezioni in 11 province e città per controllare come i funzionari locali controllano la speculazione edilizia.

Da metà luglio sono stati accusati per lo scandalo-pensioni molti leader locali, come Zhu Junyi, il dirigente dell'Ufficio per il Lavoro e la sicurezza sociale, responsabile per i fondi pensionistici, e Qin Yu, capo del distretto di Baoshan.

Zhu è accusato di avere "prestato" somme destinate alle pensioni a ditte e persone con cui ha affari personali. Il nuovo capo dell'Ufficio Lavoro si appresta a cambiare l'intero quadro dirigente e anche se il governo centrale dice che Zhu ha agito da solo, fonti ufficiali definiscono "normale" il cambiamento "dell'intero gruppo dirigente". Pechino ripete che molti altri funzionari sono coinvolti.

Nei mesi scorsi sono stati rimossi anche Han Guozhang, direttore esecutivo dello Shanghai Electric Group, e Zhang Rongkun, presidente della Shanghai Fuxi Investment, due delle maggiori ditte della zona.

Esperti commentano che il presidente Hu Jintao vuole consolidare il suo potere nel Partito e toglierlo alla "cricca di Shanghai", guidata dall'ex presidente Jiang Zemin, che qui è stato sindaco e capo del Partito per quattro anni fino a quando nel 1989 è diventato presidente.

Jiang ha nominato funzionari di Shanghai in molte posizioni di potere e secondo gli esperti questa rete ha sempre mantenuto un potere autonomo da Hu. Fonti riferiscono che è sotto indagine anche Wu Zhiming, nipote di Jiang e capo della polizia di Shanghai.

Jiang, comunque, non ha preso le difese di Chen o degli altri dirigenti accusati: alcune fonti vicine ai due parlano di un "accordo" tra Hu e Jiang, nel quale Hu ha mostrato con decisione la sua autorità ma anche la volontà di non giungere a uno scontro frontale con il suo predecessore, ancora molto popolare nel Paese. Il vice premier Huang Ju e il presidente della Conferenza consultiva politica del popolo Jia Qinglin, membri del Comitato permanente del Politburo, sono ritenuti fedeli a Jiang. (PB)

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