16/02/2007, 00.00
PALESTINA
Invia ad un amico

Si dimette Haniyeh, al via la formazione del governo di unità nazionale

Abbas invita il nuovo esecutivo a rispettare gli accordi firmati dall’Olp, e quindi ad un implicito riconoscimento di Israele. Di attesa le prime reazioni di Usa e Stato ebraico.

Gaza (AsiaNew/Agenzie) – Improvvisa schiarita nei rapporti tra fazioni palestinesi: il governo di Ismail Haniyeh si è dimesso, permettendo così l’avvio della procedura per la formazione di quell’esecutivo di unità nazionale che era stato deciso nell’accordo della Mecca.

Haniyeh, che da meno di un anno guidava il gabinetto formato da Hamas – che ha vinto le elezioni del gennaio 200t6 - ha avuto stanotte dal presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, l’incarico di formare il nuovo governo. “Spero – ha detto Abbas, rendendo pubblico l’incarico affidato ad Haniyeh – che il governo di unità nazionale inaugurerà una nuova epoca palestinese, nella quale il popolo vivrà in pace e sicurezza”.

Ora il premier incaricato avrà cinque settimane di tempo per formare il nuovo esecutivo, al quale il presidente dell’Anp ha rivolto l’invito a “rispettare le risoluzioni arabe ed internazionali e gli accordi firmati dall’Olp”, secondo quanto deciso alla Mecca. La formula indica un implicito riconoscimento di Israele – cui Hamas si è sempre opposto – che ha firmato vari accordi con l’Olp.

A proposito dei rapporti con Israele, parlando alla televisione, Abbas ha anche detto di volere la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit, la cattura del quale, il 25 giugno, da parte di gruppi palestinesi, ha provocato tensioni e scontri con lo Stato ebraico.

Appaiono di attesa le prime reazioni israeliane e statunitensi. In mancanza di commenti ufficiali, i quotidiani israeliani danno spazio ad una dichiarazione del segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, che, pur confermando l’appoggio ad Abbas, ha espresso “forti riserve” sul governo di unità nazionale. La formazione del nuovo esecutivo, ha aggiunto, “complica” il processo di pace. La Rice ha comunque “sospeso” il suo giudizio, dicendo di attendere la prova dei fatti e ricordano le richieste statunitensi: riconoscimento di Israele, rinuncia alla violenza e mantenimento degli accordi firmati dai precedenti governi. Il segretario di Stato non ha voluto confermare di aver disposto che i diplomatici statunitensi evitino contatti col nuovo governo. Per protesta contro questo atteggiamento statunitense, alcuni deputati di Hamas hanno chiesto ad Abbas di annullare l’incontro con la Rice, in programma la settimana prossima.

La formazione del governo di unità nazionale - che ancora ieri sembrava in alto mare per contrasti su alcune nomine chiave - è prevista dall’accordo che Fatah e Hamas hanno firmato alla Mecca, dove Abbas e il capo politico del movimento estremista, Khaled Mechal, erano stati invitati da re Abdullah. L’accordo giunge dopo mesi di tensioni e scontri sanguinosi e mira anche alla sospensione del blocco degli aiuti occidentali, fermati dopo la formazione del governo da parte di Hamas che Usa ed Ue definiscono “movimento terroristico”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Olmert-Abbas-Rice, “presto” nuovi incontri
19/02/2007
Caute le reazioni del mondo all’accordo tra palestinesi
09/02/2007
A Gaza il 79% delle famiglie vive in povertà
05/10/2006
La vicenda del caporale israeliano tra ultimatum, impegni diplomatici e pressione militare
03/07/2006
È di nuovo crisi tra Hamas e Fatah
15/02/2007


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”