06/10/2015, 00.00
VATICANO
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Sinodo: Papa, la dottrina sul matrimonio non è in discussione e la comunione ai divorziati risposati non è l’unico problema

Nei 72 interventi fatti “molti” hanno riguardato “la crescita della coppia e della famiglia e l’accoglienza necessaria per aiutare questa crescita”. Tra gli interrogativi a cui rispondere, “come la Chiesa può essere comunità accogliente che sostiene le famiglie in difficoltà”.

Città del Vaticano (AsiaNews) –  La dottrina sul matrimonio non è in discussione e la comunione ai divorziati risposati non è l’unico problema  che il sinodo deve affrontare. L’ha detto stamattina papa Francesco in un breve intervento ai lavori dell’assemblea. Lo ha riferito padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, nel briefing sui lavori del mattino.

Francesco, ha detto ancora padre Lombardi, ha fatto notare che “il Sinodo è da vivere in continuità con quello straordinario dell’anno scorso, e che i documenti da ritenere ufficiali sono i due discorsi del Papa, all’inizio e alla fine, e la Relatio Synodi, studiata dal Consiglio del Sinodo e alla quale sono stati aggiunti i contributi giunti tra le due assemblee: così si è ottenuto l’Instrumentum laboris, approvato come documento dei lavori del Sinodo che si celebra ora”. Il Papa ha inoltre detto che “ora si continua con l’apporto dei Circoli Minori, che contribuiscono a far procedere i lavori verso la Relazione Finale”.

“Molti interventi” hanno riguardato “la crescita della coppia e della famiglia e l’accoglienza necessaria per aiutare questa crescita”. Tra gli interrogativi a cui rispondere, “come la Chiesa può essere comunità accogliente che sostiene le famiglie in difficoltà”. Il rapporto tra le generazioni, con l’importanza degli anziani e le “problematiche connesse alle migrazioni”, soprattutto da parte dei padri e patriarchi orientali, altri temi del dibattito. Si è parlato della “rivoluzione culturale epocale che stiamo vivendo e in cui si colloca il lavoro del Sinodo; la riflessione su quale sia il linguaggio appropriato, da parte della Chiesa, per descrivere le situazioni ed evitare l’impressione di un giudizio negativo nei confronti di situazioni e persone”, prendendo esempio dal “linguaggio usato dal Papa nelle catechesi, come modo concreto, semplice, chiaro e positivo di parlare della famiglia nel mondo di oggi”.

Non sono mancati, inoltre, interventi sulla violenza nelle famiglie e nella società, in particolare sulle donne. Diversi interventi sono stati incentrati proprio sul ruolo della donna nel matrimonio e nella famiglia. Si è parlato anche di immigrazione, rifugiati, di “come la famiglia ha agito nelle persecuzioni, del lavoro minorile, delle situazioni di difficoltà legate a grande povertà o conflitti, del “matrimonio a tappe” e della poligamia in Africa.

Nel corso delle riunioni del Sinodo che si sono tenute fino ad ora "hanno parlato 72 Padri, rappresentativi di tutti i continenti”. Tra i partecipanti che hanno preso la parola, 10 sono dell'America Latina, 7 dell'America settentrionale, 26 dell'Europa, 12 dell'Africa, 8 di Asia e Oceania e 6 del Medio Oriente. La maggior parte degli interventi è stata fatta in italiano, ma anche in inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese. Nella riunione di ieri sera c'è stata un'ora dedicata agli interventi liberi. Nel corso di questa sessione alcuni interventi hanno riguardato la metodologia dei lavori del Sinodo.

Stamattina, infine, il cardinal George Alencherry, presidente del sinodo della Chiesa siro-malabarese (India), ha affrontato la questione del celibato nel corso della sua omelia della messa che ha aperto il secondo giorno di lavori del Sinodo. Portando l’esempio del profeta Geremia, “Gli fu chiesto di non prendere moglie - ha affermato - ha dovuto fare esperienza di solitudine, così come fece Gesù”. “I pastori della Chiesa oggi sono chiamati ad assumere sulle proprie vite un ruolo di sofferenza simile a quella di Geremia”.

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