12/10/2015, 00.00
VATICANO
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Sinodo: accompagnare le famiglie come Gesù coi discepoli di Emmaus

Oggi vi sono state discussioni ai circoli minori sulla seconda parte dell’Instrumentum laboris. Proposta una Giornata di preghiera e adorazione per il matrimonio e la famiglia. La preparazione al matrimonio come un “catecumenato” affidato non solo ad “esperti”, ma anche a “testimoni”. Il ricordo di Asia Bibi e dei martiri copti. I “gialli” della relazione finale e della lettera di 13 cardinali al papa.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Nelle società segnate da individualismi e solitudini, la parola “accompagnamento”, “accompagnare” è fondamentale per aiutare a far crescere la decisione dei giovani al matrimonio, la maturazione dei fidanzati, la stabilità degli sposati.

Tale accompagnamento prende il suo modello dal modo in cui Gesù risorto ha “accompagnato” i discepoli di Emmaus, smarriti e tristi, fino a far loro riscoprire la sua presenza. Il tema dell’accompagnare è stato fra i punti più sottolineati nelle sessioni dei circoli minori tenutisi oggi nei lavori del Sinodo. Le discussioni si sono concentrate sulla seconda parte dell’Instrumentum laboris (“Il discernimento della vocazione familiare”), che comprende gli elementi teologici della vocazione matrimoniale e l’educazione pastorale delle famiglie.

Da parte di alcuni interventi si è proposta una Giornata annuale di preghiera e di adorazione per il matrimonio e la famiglia, da celebrarsi proprio nel giorno della festa della Santa Famiglia; si sono suggeriti percorsi di preparazione al matrimonio con la presenza non solo di esperti, ma di veri testimoni dell’amore familiare, per una specie di “catecumenato” al matrimonio; si è chiesta una maggiore preparazione dei sacerdoti per una loro maturazione affettiva e spirituale.

Qua e là ha fatto capolino la questione dell’influenza del lavoro sulla famiglia: talvolta esso è troppo assorbente e nega l’esperienza della festa e dell’unità; talvolta ve n’è poco, o si è disoccupati, venendo a togliere alle famiglie i mezzi di sussistenza.

Parlando di situazioni particolari in cui versano le famiglie cristiane in ambienti culturali e religioni problematici, si è ricordato la fatica delle famiglie cristiane in Paesi islamici e si sono ricordati la pakistana Asia Bibi, in prigione, separata dai figli e dal marito perchè accusata di blasfemia, e i giovani copti uccisi in Libia, dove erano emigrati nella speranza di guadagnare soldi per sposarsi.

Durante il briefing di oggi, p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, ha detto che vi sono stati “alcuni nutriti interventi” sulla comunione ai divorziati risposati. E ha aggiunto: “Alcuni, pochi e precisi erano su una posizione negativa riguardo alla comunione ai divorziati risposati”. La “rigidità” su questa posizione, ha però precisato, è “nel contesto dell’attenzione per tutte le persone che si trovano in situazioni difficili, per le quali bisogna trovare modi per far sentire l’integrazione e la vicinanza della Chiesa”.

Quest’oggi sono anche emersi e risolti due “gialli” legati a quello che si potrebbe chiamare “il Sinodo dei media”, talvolta molto diverso dal Sinodo vero e proprio.

Alcuni media avevano denunciato la “scomparsa” della relazione finale dal programma del sinodo. P. Lombardi ha assicurato che “la Relazione Finale c’è, non è scomparsa da nessuna parte: quello che non sappiamo con precisione è cosa il Papa decide di farne, e quindi se e quando verrà pubblicata come tale o no”.

Un altro “giallo” è una lettera pubblicata da alcuni mezzi di comunicazione sociale sottoscritta – a quanto essi dicono – da 13 cardinali. La lettera indirizzata al papa, mette in luce alcuni difetti di metodologia nell’andamento delle discussioni e nella preparazione dei documenti finali.

Il direttore della Sala stampa vaticana non ha voluto commentare il contenuto della lettera, ma ha aggiunto: “Quello che posso dire è che alcuni cardinali cominciano a dire che non l’hanno firmato. Due di essi, i cardinali Vingt-Trois e Scola, hanno detto esplicitamente a chi li ha interrogati di non aver mai firmato nulla di simile”.

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