09/10/2015, 00.00
VATICANO
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Sinodo: la famiglia di oggi subisce tante forze negative, ma dà anche esempi luminosi

Card. Tagle: dal Sinodo “non si deve attendere come può cambiare la dottrina, ma come attraverso di essa si può curare e sostenere la famiglia Preoccupazioni e speranze nelle relazioni dei 13 circoli minori. Si chiedono una visione meno negativa e maggiori riferimenti teologici. “E’ opportuno ricordare che la pari dignità fra uomo e donna ha radici evangeliche”. Il carattere “ideologico” della teoria del gender. Solidarietà per le famiglie cristiane perseguitate.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Dal Sinodo sulla famiglia “non si deve attendere come può cambiare la dottrina, ma come attraverso di essa si può curare e sostenere la famiglia, specie se lacerata dalla sofferenze, dalle migrazioni, dalle guerre. Quindi come la dottrina può essere viva oggi e applicabile alla situazione pastorale della famiglia”. L’affermazione fatta oggi dall’arcivescovo di Manila, card. Luis Antonio Tagle, nel corso del briefing di oggi lavori del Sinodo trova conferma nelle relazioni dei 13 circoli minori che dal 6 all’8 ottobre si sono riuniti per riflettere sull’introduzione e sulla prima parte dell’Instrumentum Laboris, alla luce dei contributi emersi in aula nel corso del dibattito svolto nelle prime tre congregazioni generali.

Da più parti, innanzi tutto, si è detto che l’Instrumentum laboris (IL) dà una visione eccessivamente negativa della realtà della famiglia di oggi. “Dappertutto – scrive il circolo francese A - esistono problemi e difficoltà, ma in tutte le parti del mondo esistono anche famiglie che vivono felicemente il loro radicamento in Cristo e nella fede”. Per il gruppo inglese C, nel documento sinodale “ci deve essere una lettura meno negativa della storia, la cultura e la situazione della famiglia in questo momento. È vero, ci sono forze negative al lavoro in questo momento della storia e nelle varie culture del mondo; ma questo è lontano dalla storia nella sua completezza. Se fosse l'intera storia, tutto ciò che la Chiesa potrebbe fare sarebbe quello di condannare. Ci sono anche forze che sono positive, anche luminose, e queste devono essere identificate, in quanto ci possono essere i segni di Dio nella storia”. Per il circolo italiano C ”la diagnosi offerta nel documento privilegia le ombre e fatica ad evidenziare i punti di forza positivi che emergono dal panorama tracciato. L’ampia fenomenologia di questa prima parte diventa veramente utile se riesce a indicare strade nuove per la famiglia”. Di “prendere atto delle esperienze positive” parla il gruppo spagnolo B, indicando “movimenti, gruppi familiari, sostegno ai programmi sulle famiglie e la bioetica in università e college”. Anche per il circolo inglese D “l'IL dovrebbe iniziare con la speranza piuttosto che gli errori perché un gran numero di persone già vivono con successo la buona notizia evangelica sul matrimonio. Il nostro gruppo ha espresso la preoccupazione che i lettori semplicemente ignoreranno il documento se si inizia con una litania di negatività e problemi sociali, piuttosto che una visione biblica di gioia e di fiducia nella Parola di Dio, per quanto riguarda la famiglia”.

 

Solidarietà per le famiglie cristiane perseguitate

Collegata con tale preoccupazione è la richiesta, anch’essa molto presente, di dare maggior spazio ai riferimenti teologici. “Maggiore attenzione – scrive il gruppo inglese A - deve essere data alla riflessione teologica sulla fedele, amorevole coppia sposata e la famiglia, che, spesso eroicamente, vive una testimonianza autentica”. Per il gruppo inglese B “un'analisi basata sulla luce della fede può portare ad un discernimento più profondo di come le famiglie soffrono l'emarginazione e la povertà, che vanno oltre la povertà economica per includere il sociale, culturale e spirituale”. E il gruppo francese B parla di “un intervento magistrale per dare maggiore coerenza a una serie di testi, di ordine teologico e canonico”.

Diffusa è anche la preoccupazione che la visione della famiglia sia, scrive il gruppi inglese A, “eccessivamente euro-centrica o occidentale”. “Piuttosto siamo chiamati ad un tono culturale globale e aperto alla ricchezza e alle esperienze reali delle famiglie di oggi, in varie nazioni e continenti”. In proposito, il gruppo francese B parla di “necessità di tener conto della diversità dei contesti socio-culturali e delle situazioni pastorali”. E il gruppo italiano C di “prospettiva occidentale (europea e nordamericana), soprattutto nella descrizione degli aspetti e delle sfide aperte dalla secolarizzazione e dall’individualismo che connota le società dei consumi”.

D’altro canto “c'è il pericolo – scrive il gruppo francese C - di parlare di 'famiglia' in astratto, come una realtà che è esterno a noi. Gli sforzi devono essere fatti per parlare alla ‘nostra famiglia' nella sua realtà concreta e individuale. In particolare, dobbiamo promuovere la solidarietà internazionale tra tutte le famiglie cristiane verso chi ora sperimentando la persecuzione, la guerra e l'insicurezza”. Inviti alla solidarietà con i cristiani del Medio Oriente sono presenti anche in altre relazioni.

Ancora sul piano generale, il gruppo inglese B rileva che “è stato osservato che, accanto alle sfide socio-culturali che si affacciano le famiglie, dovremmo anche apertamente riconoscere l'inadeguatezza del sostegno pastorale che le famiglie ricevono dalla Chiesa nel loro itinerario di fede”.

 

La pari dignità fra uomo e donna ha radici evangeliche

 

Nelle relazioni si fa poi riferimento a questioni particolari, come il ruolo della donna. Il gruppo italiano B afferma che “è opportuno ricordare che la pari dignità fra uomo e donna ha radici evangeliche. Si ricorda e si rilancia la realtà della donna e del suo ruolo all’insegna della reciprocità valorizzando l’uguaglianza e la differenza, evitando eccessi e unilateralità. D’altro canto si sottolineano i limiti di un femminismo all’insegna della sola uguaglianza che schiaccia la figura della donna su quella dell’uomo e i limiti di quello all’insegna della sola differenza che tenta di allontanare le identità uomo-donna”. “Noi – si legge nella relazione del gruppo francese B – abbiamo molto apprezzato il modo nel quale l’IL insiste sulla dignità della donna; ci sembra che questa giusta istanza invitava anche a considerare come talvolta si trovano sminuite o dimenticate ‘la vocazione e la missione’ propria dell’uomo nella famiglia, in quanto sposo e padre”.

Del tutto negative, e diffuse, di conseguenza le valutazioni sulla teoria del gender, della quale il gruppo francese B ha sottolineato “il carattere ‘ideologico’, in particolare quando essa è diffusa o imposta da alcune organizzazioni internazionali”. “Sul contesto antropologico e culturale – secondo il gruppo italiano A - è parso necessario riferirsi con maggiore abbondanza ai rischi dell’ideologia del gender, nonché alla sua incidenza negativa nei programmi educativi di molti Paesi”. Per il gruppo inglese D “ci sono stati una serie di elementi mancanti dal testo: una seria riflessione sulla ideologia del gender, più riflessione sulla cura pastorale per i diversamente abili, il ruolo dei padri e degli uomini, così come il ruolo delle donne, e un trattamento più profondo della natura distruttiva della pornografia e di altri usi impropri della tecnologia elettronica”.

“La nostra analisi – secondo il gruppo francese C - deve essere chiara perché vogliamo il nostro ministero radicato nella realtà. In particolare, dobbiamo riconoscere che l'antropologia implicita della nostra cultura moderna è lontana  dalla visione cristiana. La sua enfasi sull'individuo, in possesso di libertà sconfinata, spesso legata al relativismo morale, è in contrasto con la nostra convinzione che la persona umana è fatta per essere in relazione con l'immagine del Dio Uno e Trino. La famiglia è più di una unità di base sociale: è la matrice dell'essere umano in formazione. Tutto deve essere fatto per favorire le relazioni e le comunità umane”.

“La Chiesa cattolica – ha detto il card. Tagle - in questo Sinodo sta riaffermando il suo interesse pastorale verso la famiglia. L’attesa, quindi, non dev’essere tanto su un pronunciamento sulla dottrina, ma sul sostegno che la Chiesa può dare oggi alla famiglia come istituzione nella società”. (FP)

 

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