11/02/2019, 08.59
SIRIA - USA
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Siria, generale Usa: ritiro delle truppe “a settimane”. Ma l’Isis resiste

Il gen Votel parla di tempistica legata alla situazione sul terreno. Già avviato il rientro di equipaggiamenti e materiali; sul terreno restano ancora circa 2mila soldati. Le milizie arabo-curde stanno incontrando forte resistenza dei jihadisti. Si avvicina “la battaglia finale”.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Entro le prossime settimane inizierà il ritiro delle truppe di terra statunitensi in Siria, dando seguito a un annuncio del presidente Usa Donald Trump secondo cui lo Stato islamico è stato “spazzato via”. La conferma arriva dal generale Joseph Votel, capo del Comando centrale americano che presiede al controllo dei militari nell’area mediorientale. La tempistica, prosegue l’alto ufficiale, dipenderà dall’esatta situazione sul terreno.

L’esercito Usa ha già iniziato le operazioni per riportate in patria la gran parte degli equipaggiamenti presenti in Siria. Sul terreno restano ancora circa 2mila soldati. Interpellato sulla tempistica del ritiro dei militari, se “entro giorni o settimane”, il generale Votel ha risposto “probabilmente settimane. Ma tutto - ha aggiunto - dipenderà dalle condizioni sul campo”. “Spostare le persone - ha concluso - è molto più semplice che trasferire equipaggiamenti. Quello che stiamo cercando di fare è di portare via i materiali, l’equipaggiamento che non serve più”.

Intanto sul campo di battaglia le milizie arabo-curde sostenute dagli Stati Uniti stanno incontrato una feroce resistenza da parte dello Stato islamico (SI, ex Isis), asserragliato nell’ultima roccaforte nel settore orientale del Paese, nei pressi del confine con l’Iraq. Nel fine settimana è infuriata una battaglia fra i due fronti, alimentata dai continui raid aerei dell’aviazione americana.

Secondo fonti locali, nell’area situata nella provincia di Deir al-Zour vi sarebbero fino a 600 jihadisti. Una piccola porzione di terreno, se si considera che fino a due anni fa i miliziani avevano sotto il loro controllo circa la metà del territorio di Iraq e Siria. Il 9 febbraio, dopo una pausa di oltre una settimana per consentire l’evacuazione di circa 20mila civili, il portavoce delle forze arabo-curde Sdf ha annunciato “la battaglia finale per annientare l’Isis”.

Nella mattinata di ieri una fonte militare nella zona parlava di “pesantissimi combattimenti in corso”. I membri della coalizione avanzano nelle campagne, ma il percorso è ostacolato dalle mine nascoste nel terreno dai soldati del “Califfato”. Esperti delle Nazioni Uniti ricordano che in questi ultimi anni l’Isis ha subito perdite sostanziali, ma ancora oggi possono vantare su circa 14mila (altre fonti parlano di 18mila) combattenti, fra i quali vi sono fino a 3mila stranieri.

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