30/06/2015, 00.00
SIRIA
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Siria: lo Stato islamico decapita (per la prima volta) due donne accusate di “stregoneria”

In precedenza erano state giustiziate in questo modo tre combattenti curde, catturate in battaglia. Le donne uccise con i loro mariti, in una esecuzione pubblica dietro l’accusa di “magia e stregoneria”. I miliziani jihadisti hanno anche crocifisso otto persone, fra cui due minori, per aver infranto il ramadan.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Le milizie dello Stato islamico in Siria hanno decapitato due donne accusate di “stregoneria”. È quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, gruppo con base a Londra e una fitta rete di informatori sul terreno. Per la prima volta, confermano gli attivisti, questa modalità brutale di esecuzione usata spesso dai jihadisti ha coinvolto due donne, fra l’altro civili, nel Paese teatro dal 2011 di una guerra sanguinosa contro le truppe del presidente Bashar al-Assad.  

Rami Abdel Rahman, direttore dell’Osservatorio, riferisce che “lo Stato islamico ha giustiziato due donne mediante decapitazione nella provincia di Deir Ezzor”, nella parte orientale del Paese. “Questa è la prima volta in cui l’Osservatorio - aggiunge l’attivista - documenta l’uccisione di donne in questo modo da parte di membri del gruppo” jihadista. 

Fonti locali riferiscono che le esecuzioni sono avvenute fra il 28 e il 29 giugno e hanno riguardato due coppie. In entrambi i casi, le due donne sono state giustiziate assieme ai loro mariti, tutti incriminati con l’accusa di “magia e stregoneria”. 

In precedenza, i miliziani avrebbero già decapitato tre donne combattenti curde catturate in battaglia e lapidato a morte altre donne civili in base all’accusa di adulterio. Tuttavia, questa è la prima volta di una decapitazione di donne non combattenti, avvenuta peraltro sulla pubblica piazza. 

Sempre gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, denunciano che i miliziani dello Stato Islamico hanno crocifisso almeno otto uomini accusati di non aver rispettato il digiuno previsto durante il mese sacro del ramadan. I jihadisti hanno inoltre appeso un cartello al collo delle vittime con la scritta che li accusa di aver consumato cibo “senza alcuna giustificazione sul piano religioso”. Fra questi otto vi erano anche due minori. 

Dall'inizio della rivolta contro il presidente Bashar al Assad, nel 2011, oltre 3,2 milioni di persone hanno abbandonato la Siria e altri 7,6 milioni sono sfollati interni. Almeno 230mila le vittime del conflitto, molte delle quali civili per i quali il 2014 è stato l'anno peggiore. In questo panorama di guerra e terrore, i membri dello Stato islamico si sono distinti per brutalità e violenza: i miliziani jihadisti avrebbero giustiziato oltre 3mila persone a un anno dalla nascita del “Califfato” in Iraq e Siria, di cui 1800 erano civili, compresi almeno 74 bambini. 

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