15/04/2010, 00.00
CINA
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Sisma nel Qinghai: 617 morti. Scuole crollate, si scava anche con le mani

Difficoltà per le squadre di soccorso e i mezzi pesanti di raggiungere la zona colpita. Hu Jintao promette “sforzi con ogni mezzo”. Stanziati oltre 21 milioni di euro. Il ministero della propaganda blocca i giornalisti. Iniziano le polemiche sulle scuole crollate, come nel Sichuan. Migliaia di studenti sotto le macerie. Il Dalai Lama offre preghiere per i defunti.
Xining (AsiaNews/Agenzie) – Migliaia di sopravvissuti al terremoto di Yushu (Qinghai) hanno passato la notte in ripari di fortuna o all'aperto, con temperature sotto lo zero, mentre nella zona arrivano squadre specializzate di soccorso. Intanto la popolazione e le squadre locali cercano di salvare dalle macerie i sopravvissuti al sisma che ha azzerato gli edifici di intere città, in maggioranza fatte di legno, mattoni e fango.
 
Stamane il bilancio dei morti è salito a 617, ma vi sono ancora almeno 313 dispersi; i feriti sono oltre 9 mila, e quasi mille di loro sono molto gravi. Finora sono state salvate oltre 900 persone. Militari e squadre di emergenza dovrebbero arrivare oggi, dopo che l’aeroporto di Yushu è stato riparato. Ma le strade che dall’aeroporto avo nella zona del disastro sono impraticabili. Anche camion con cibo, tende, medicine e personale devono superare grandi difficoltà per le frane seguite al terremoto. Un’altra difficoltà è l’altitudine dell’area (4 mila metri sul livello del mare): l’ossigeno rarefatto rende difficile la respirazione e provoca mal di tesa nelle squadre di soccorso
 
Nella zona non vi è elettricità, né comunicazione. Un diga costruita nelle vicinanze presenta delle crepe e operai stanno cercando di ripararla.
 
Il presidente Hu Jintao ha promesso “sforzi con ogni mezzo” per salvare i sopravvissuti e sta inviando 5 mila persone fra soccorritori, pompieri, poliziotti, soldati. Il ministero delle Finanze ha stanziato 200 milioni di yuan [circa 21,5 milioni di euro] per l’emergenza e la ricostruzione. Intanto, con avvisi ai diversi giornali cinesi, il ministero della Propaganda ha “consigliato” di non inviare giornalisti sulla zona, a causa della “precaria sicurezza”.
 
Secondo alcuni giornalisti il “consiglio” ha invece come scopo il cercare di mantenere il controllo sulle informazioni. Sulla stampa e nei blog già serpeggiano confronti con il terremoto del Sichuan, nel maggio 2008, dove sono morti quasi 90 mila persone. Il paragone è ancora più cocente con la distruzione allora avvenuta nelle scuole, che ha causato la morte di circa 10 mila bambini e studenti. Molti parenti avevano accusato i governi locali per gli edifici scolastici, crollati come “budini di tofu” perché costruiti senza criteri anti-sismici e perfino con poco cemento. Alcuni che volevano citare in tribunale il governo sono stati arrestati e condannati.
 
La prefettura di Yushu ha 192 scuole e la maggior parte di esse provvede anche all’ospitalità degli studenti, essendo le loro case lontane dalla città. La Croce Rossa ha dichiarato che il 70% delle scuole di Yushu sono crollate e molti studenti sono ancora sotto le macerie. La scuola primaria n.3 è tutta crollata e finora sono stati estratti 16 corpi: 15 bambini e un insegnante. Secondo dati di una ong locale, il bilancio dei morti potrebbe essere alto perché la scuola ospitava dai 2 mila ai 3 mila bambini, nella quasi totalità tibetani.
 
In una scuola professionale sono state recuperati 20 corpi, ma altri 20 rimangono sotto le rovine; alla scuola Normale sono stati salvati due studenti, ma ve ne sono 30 seppelliti sotto le macerie dell’edificio di quattro piani, completamente crollato.
 
Il Qinghai ha una popolazione di 5,57 milioni di abitanti. La prefettura di Yushu ha circa 100 mila abitanti, al 97% di etnia tibetana. Molti monaci stanno lavorando per recuperare i sopravvissuti, ma le autorità temono rivolte e manifestazioni. Per questo i monasteri tibetani di Yushu sono stati messi sotto controllo. Negli anni scorsi i monaci hanno manifestato per il ritorno del Dalai Lama.
 
Da Dharamsala, sede del suo governo in esilio, il Dalai Lama ha reso pubblica una dichiarazione in cui offre le sue condoglianze alle vittime e si prepara a celebrare una speciale cerimonia funebre per i defunti. “È mia speranza, aggiunge, che ogni possibile assistenza e soccorso raggiunga la popolazione. Io stesso sto studiano come posso contribuire a questi sforzi”.
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