12/11/2018, 12.37
IRAN
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Sociale, solidale, riformista: lettera aperta di intellettuali e attivisti per un nuovo Iran

Firmata da oltre 400 studenti e accademici. L’auspicio di una soluzione “unitaria” per affrontare e risolvere le criticità. Rafforzare il multiculturalismo e le riforme nel sociale basate sulla solidarietà. In rete una campagna di attori e celebrità contro le sanzioni Usa: Trump mente, colpiscono i più deboli. 

 

Teheran (AsiaNews) - Oltre 400 intellettuali e attivisti, fra docenti universitari e studenti, hanno pubblicato una lettera aperta in cui chiedono un nuovo cammino di sviluppo per l’Iran, minacciato dalle sanzioni occidentali e da una teocrazia chiusa al confronto. Nella loro missiva, rivolta ad “accademici, insegnanti, intellettuali e membri della società civile”, i promotori auspicano una “profonda revisione” della politica dominante e una soluzione “unitaria” per risolvere le “criticità” in cui versa la Repubblica islamica. 

A diffondere la lettera aperta è il sito web Kalemeh, vicino al “Movimento verde” iraniano, emblema della parte riformista del Paese. I firmatari hanno sottolineato che una delle “strategia di uscita” dall’attuale situazione di “crisi” è la “revisione completa delle scuole di pensiero dominanti” (spesso emanazione della parte clericale, religiosa e conservatrice), con l’obiettivo di “riformare” le “infrastrutture politiche, sociali ed economiche”. 

Il pericolo attuale, sostengono gli intellettuali, è “l’annientamento” che “minaccia” l’esistenza di “tutti gli iraniani”. Per questo essi auspicano un “rafforzamento dei legami” fra i membri della società, per lanciare una “azione collettiva” che guardi con attenzione alle “questioni sociali”. Inoltre, è necessario “trasformare il dialogo nazionale” in un “programma di riforme” caratterizzato da “una agenda e argomenti specifici”. 

“Abbiamo bisogno di un ripensamento del pensiero politico dominante - aggiungono i firmatari - che al posto di grandi cambiamenti nella politica, rafforzi una riforma dal basso guardando al sociale. Un movimento che apra i corridoi stretti e bui delle università alla società civile e alle persone”. L’auspicio, conclude la lettera aperta, è che prenda sempre più piede un Iran “basato sul multiculturalismo” capace di esaltare il valore della “solidarietà, non i meccanismi repressivi e distruttivi” attuati sinora dallo Stato.

Insieme ad intellettuali, accademici e studenti, nella Repubblica islamica emergono anche iniziative comuni contro le sanzioni promosse di recente dagli Stati Uniti, che stanno già causando danni gravissimi alla popolazione. Fra questi vi è il #SanctionsTargetMe, un movimento che raccogliere diverse celebrità e denuncia - fra gli altri - la carenza allarmante di farmaci salvavita nel Paese.

Promossa dagli attori Reza Kianian e Parviz Parastui, la campagna punta il dito contro il presidente Usa Donald Trump, che mente quando afferma che “le sanzioni non colpiscono gli aiuti umanitari e le medicine”. Esse, avvertono, mettono in crisi “le transazioni finanziarie” e hanno minato nel profondo “il benessere” e la stabilità di gran parte della popolazione.

A maggio la Casa Bianca ha ordinato il ritiro dall’accordo nucleare (Jcpoa) voluto dal predecessore Barack Obama, introducendo le più dure sanzioni della storia contro Teheran. Una decisione che ha provocato un significativo calo nell’economia iraniana - confermato da studi del Fondo monetario internazionale (Fmi) - e un crollo nelle vendite di petrolio, obiettivo della seconda parte delle sanzioni in vigore dal 5 novembre.

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