10/02/2011, 00.00
FILIPPINE
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Speranze fragili nei dialoghi tra governo e ribelli islamici di Mindanao

I negoziati si concludono oggi a Kuala Lumpur (Malaysia) e sono stati ripresi ieri dopo sei mesi di stallo. Sono i primi dall’elezione del presidente Beniño Aquino. Fonti di AsiaNews sottolineano l’impegno del governo nelle trattative, minacciate dalla recente scissione interna al Fronte islamico di liberazione Moro. A Zamboanga va avanti anche a livello internazionale il lavoro del Silsilah movimento per dialogo islamo - cristiano fondato da p. Sebastiano D’Ambra (Pime).
Manila (AsiaNews) – “I dialoghi tra ribelli islamici e governo servono per dare speranza e cercare nuove soluzioni per portare la pace a Mindanao, anche se rischiano di fermarsi al primo intoppo”. È quanto affermano fonti di AsiaNews, in merito alla trattative tra  Moro Islamic Liberation Front (Milf) e governo filippino in corso oggi Kuala Lumpur (Malaysia), per riportare la pace nella regione a maggioranza musulmana per oltre quaranta anni teatro di guerra.  

I negoziati erano in stallo da sei mesi e sono i primi dell’amministrazione Aquino, che ha messo la pace con i ribelli in cima al suo programma di governo. Al momento la spaccatura interna al Milf, avvenuta nei giorni scorsi, non sembra preoccupare i delegati. Essi hanno dichiarato ai media di poter riuscire a firmare un accordo entro il prossimo anno. Nonostante l’ottimismo, gli esperti ritengono che la scissione abbia ridotto la capacità del gruppo islamico di tener fede ad eventuali accordi di pace. 

 “La scissione dei ribelli non è una cosa nuova – afferma la fonte -  noi sappiamo che il Milf è già diviso in quattro gruppi, ma queste notizie non vengono mai trasmesse dai media. ”. “I ribelli – continua - sono in difficoltà dalla morte dello storico leader Salamat Hashim avvenuta nel 2001 ed è ancora presto per capire cosa avverrà in futuro”. “Per il momento – aggiunge – il nuovo governo ha dato dei buoni segnali e si sta impegnando nelle trattative”.

 Intanto fra la popolazione continuano i tentativi di incontro tra cristiani e musulmani. Fra essi emerge  l’impegno del Silsilah (“Catena”, “legame”, in arabo)  movimento per il dialogo islamo-cristiano fondato da p. Sebastiano D’Ambra (Pime) che opera a Zamboanga.

Lo scorso 3 febbraio a Basilan, una della aree più colpite dal conflitto tra ribelli islamici ed esercito, leader cristiani e musulmani, legati al Silsilah, si sono riuniti per riportare il rispetto e la comprensione reciproca tra i gruppi divisi dalla guerriglia.

P. D’Ambra racconta ad AsiaNews “che in questi anni il nostro lavoro è diventato sempre più impegnativo e ha assunto un rilievo internazionale”. Il sacerdote sottolinea che personalità da tutto il mondo vengono a Zamboanga per osservare le iniziative del movimento. “Le nostre prossima iniziative – aggiunge p. D’Ambra – saranno un corso di formazione al dialogo per i militari e un programma di cura psicologico per le persone traumatizzate dalla guerra”.  

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