25/06/2012, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka: Pescatori del nord e del sud contro la minaccia dei pescherecci indiani

di Melani Manel Perera
La pesca a strascico degli indiani distrugge l’ecosistema marino nelle aree settentrionali. Ma le comunità del nord patiscono altri problemi: equipaggiamenti rudimentali; divieto d’accesso ad alcune baie; danni provocati dalla guerra civile. L’impegno delle comunità del sud per aiutarle.

Vavuniya (AsiaNews) - Danni all'ecosistema marino provocati dai pescherecci indiani; baie chiuse alla pesca dal governo per "motivi di sicurezza"; divieto di pesca subacquea: sono alcuni dei problemi che affliggono le comunità di pescatori del nord dello Sri Lanka. Per cercare di risolverli, secondo p. Sherad Jayawardene, sacerdote cattolico e  responsabile della All Ceylon Small Scale Fisher People's Trade Union, "le comunità del sud e del nord devono fare fronte comune" e "lavorare insieme". L'occasione per discutere di questa situazione è stato un incontro tra un gruppo di sacerdoti e pescatori cattolici del sud e 25 membri della Northern Province Fisher People's Alliance (Anpfp), tenutosi il 23 giugno scorso a Vavuniya (Northern Province).

In Sri Lanka, le comunità di pesca del nord sono le più svantaggiate. Da una parte, vi sono le imbarcazioni indiane, che spesso si spingono fino ai limiti delle acque territoriali dell'isola e praticano la pesca a strascico, molto dannosa per l'ecosistema e il pescato. Dall'altra, vi è un problema di tipo tecnico: i pescatori del sud praticano la pesca subacquea, ma a quelli del nord è vietato usare tali attrezzature. Questo fa sì che i primi riescano a prendere una quantità di pescato superiore a quella dei secondi, rischiando inoltre di esaurire le risorse. Infine, le comunità del nord scontano ancora i danni provocati da quasi 30 anni di guerra civile, che ha colpito in particolar modo le zone settentrionali e orientali del Paese.

Aruna Rosantha, presidente della All Ceylon Small Scale Fisher People's Trade Union, sottolinea la necessità "di costituire un organismo di rappresentanza", che difenda "le posizioni dei pescatori del nord" di fronte alle autorità.

Herman Kumara, presidente del movimento National Fisheries Solidarity (Nafso), spiega: "La questione dei pescherecci indiani e tutte le difficoltà subite dalle comunità del nord riguardano la pace e la stabilità dell'intero Paese. Queste persone stanno pagando la distruzione di anni e anni di conflitto. Il lavoro maggiore spetta a noi cittadini del sud. Solo impegnandoci possiamo dare una vita dignitosa a queste comunità". 

 

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