03/09/2015, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka, di nuovo in carcere l’attivista tamil (innocente) liberata pochi mesi fa

di Melani Manel Perera
Jeyakumari Balendaran era stata rilasciata il 10 marzo scorso dopo un anno di prigione. Non sono mai emerse prove contro di lei. L’accusa del nuovo arresto è di aver rubato o assistito al furto di due rivelatori di mine. Fino al 16 settembre potrà essere scagionata su cauzione.

Colombo (AsiaNews) – È stata ricondotta in carcere ieri l’attivista tamil Jeyakumari Balendaran, donna 50enne liberata su cauzione lo scorso 10 marzo dopo 362 giorni passati in cella. La polizia di Weli-Oya ha rilasciato un nuovo mandato d’arresto contro la donna nella notte del primo settembre. Gli agenti hanno poi intimato alla donna di presentarsi alla magistratura con un garante. Quando Jeyakumari è giunta alla corte insieme al fratello, è stata presa in custodia cautelare per non avere con sé due garanti.

Contro il parere della polizia, il magistrato ha fissato due cauzioni, una di 25mila rupie (circa 165 euro) in contanti, e una di 100mila rupie a garanzia. La donna potrà essere liberata fino al 16 settembre, data della prima udienza in tribunale. L’avvocato ha assicurato che pagherà la somma entro oggi.

L’attivista tamil è stata arrestata in base al codice B/35/2014, per il furto di due rivelatori di mine. Altre due persone sono state fermate per lo stesso capo d’imputazione. Secondo i poliziotti, entrambi sarebbero ex militanti del Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam). Non è chiaro, al momento, se Jeyakumari sia accusata di averli rubati o di essere una testimone dell’infrazione.

Diversi attivisti per i diritti umani che vivono nel nord dell’isola dicono ad AsiaNews che “è molto strano che, sebbene Jeyakumary abbia vissuto gli ultimi tre mesi a Kilinochchi, andando a firmare ogni ultima domenica del mese dalla polizia, gli agenti non le abbiano detto nulla della denuncia contro di lei”.

Jeyakumari Balendaran è una delle personalità chiave dell’associazione Families of the Disappeared (Fod), attiva nel Paese per fare luce sulle “sparizioni di Stato” ai danni dei tamil. Ha perso il marito e i due figli adulti durante la guerra civile. Un terzo figlio è scomparso nel nulla nel 2009, alla fine del conflitto. Il 15 marzo 2014 polizia e militari hanno accerchiato la sua casa e l’hanno portata via insieme alla figlia 13enne perché “dava rifugio a un criminale”. Contro Jeyakumari non sono mai emerse prove. Dal suo arresto, la figlia Vibhusjika ha vissuto in un orfanotrofio nel nord dello Sri Lanka.

Dopo la liberazione dello scorso marzo, la donna ha vissuto a Jaffna per uno o due mesi, per poi tornare a casa, a Kilinochchi. La figlia, ora 13enne, ha continuato a vivere e ad andare a scuola alla Children’s Home nel nord, ed è tornata a casa dalla madre solo per le vacanze d’agosto. 

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