02/08/2014, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka, la Chiesa "può e deve fare di più per la pace. Seguendo le orme del Maestro"

di Melani Manel Perera
Dopo 25 anni di sacerdozio, spesi per aiutare i poveri e le minoranze etniche, p. Sherard Jayawardana racconta ad AsiaNews la sua vocazione, gli ostacoli e i successi maturati durante una vita "spesa per creare il Regno di Dio in terra". La gratitudine dei pescatori di Colombo e un appello ai cattolici: "Impegniamoci di più per il buon governo del Paese".

Colombo (AsiaNews) - La scelta del sacerdozio "è maturata sulle orme di Cristo, nostro Signore e Salvatore. Nei miei 25 anni da sacerdote ho incontrato ostacoli e a volte critiche, ma sono sempre stato mosso soltanto dal desiderio di seguire la via che Gesù ci ha mostrato. Ho ancora molto da fare, e sono convinto che Lui camminerà con me su questa strada". Lo dice ad AsiaNews p. Sherard Jayawardana, che insegna presso una scuola cattolica di Ragama Tewatta, e che lo scorso 22 luglio ha festeggiato il 25mo anniversario della sua ordinazione.

Il p. Sherard ha iniziato la sua vita sacerdotale nel 1989 come assistente parroco di Kalutara. L'anno successivo è divenuto parroco titolare, e si è impegnato per aiutare i giovani poveri della parrocchia attraverso classi speciali gratuite: con il tempo, la sua opera caritatevole si è allargata ad altri campi sempre nell'ottica del sostegno ai meno abbienti. Fra il 2002 e il 2012 ha prestato servizio in una scuola cattolica di Duwa a Negombo (nord di Colombo).

Nell'area, teatro di guerra durante lo scontro fra l'esercito e le Tigri tamil, era presente già dal 1997: durante gli anni del conflitto ha fatto di tutto per sostenere i pescatori della zona, intrappolati dalle continue violenze e costretti a spostarsi per lavorare fino alla zona di Kokilai - "punto caldo" della guerra - per riuscire a sostenere le loro famiglie. Ancora oggi, molti di loro ricordano l'aiuto che p. Sherard ha fornito in quegli anni terribili.

Il sacerdote spiega che "lo scopo di tutta la mia vita è quello di costruire il Regno di Dio in terra. Sono divenuto sacerdote per questo, seguendo le orme di Cristo. È Lui che dà il coraggio e la forza per andare avanti, ed è Lui la forza della mia vita sacerdotale. Sono soddisfatto e felice degli ultimi 25 anni, anche se non del tutto. Devo ancora fare molto, e sono sicuro che Cristo mi aiuterà".

La strada non è sempre stata facile: "Qualcuno ha frainteso la mia missione, pensando che andassi contro la Chiesa, ma Gesù non mi ha mai abbandonato. A volte il problema è stato la mia natura, a volte mi è mancato il coraggio di affrontare le sfide. Per questo devo ancora migliorare".

Il suo è anche un appello al resto della Chiesa cattolica dello Sri Lanka: "Come cattolici possiamo e dobbiamo fare di più per il buon governo del Paese. Dobbiamo rimanere vigili e fermi nella difesa dei diritti dei poveri, impegnarci per la libertà di espressione e per lo stato di diritto, aiutare le minoranze etniche e fare tutto il possibile per risolvere i problemi sociali".  

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