02/04/2014, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka, la Via Crucis attraverso gli occhi delle vittime della guerra civile

di Melani Manel Perera
I cattolici della parrocchia di Mihintale hanno visitato tre diversi centri della diocesi di Anuradhapura: un orfanotrofio femminile; un ospizio; un reparto di oncologia. Un modo, spiega il loro parroco, "per incontrare il Cristo sofferente in quelle persone che ancora portano la loro croce".

Anuradhapura (AsiaNews) - Sperimentare la sofferenza del Signore attraverso il dolore di un altro essere umano. È con questo spirito che i fedeli cattolici della parrocchia di Mihintale, nella diocesi di Anuradhapura, hanno visitato alcuni centri della zona dove vivono orfani della guerra civile, anziani  abbandonati dai loro familiari e i pazienti di un reparto di oncologia. Ad accompagnarli p. Lasantha Abrew sj, il loro parroco, che ad AsiaNews descrive questa esperienza come "una speciale Via Crucis: non ci siamo inginocchiati dinanzi a statue o immagini di Gesù sofferente, ma lo abbiamo incontrato in quelle persone che ancora portano la loro croce".

Il consiglio parrocchiale ha deciso di dividere la comunità in tre gruppi. Il primo ha visitato l'orfanotrofio femminile Avanthi Devi di Anuradhapura, che ospita 58 bambine dalla prima all'ultima classe. I parrocchiani hanno offerto loro il pranzo e un gelato ciascuna, per poi lasciare in dono alcune confezioni di cibi secchi, saponi e altri generi di prima necessità. Alcuni cattolici hanno pulito il giardino.

Il secondo gruppo si è recato al General Hospital di Anuradhapura, andando a trovare il reparto di oncologia. Gli uomini hanno costruito un vialetto, mentre le donne hanno donato secchi e vestiti ai pazienti malati di cancro.

Un terzo gruppo ha visitato lo Shanti Sevana di Saliya Pura (distretto di Anuradhapura), la più grande Casa per anziani dello Sri Lanka. Divisi in piccole unità hanno potuto prendersi cura di alcuni degenti, tagliando loro unghie e capelli, lavando piatti e utensili, e parlando con loro. Gli ospiti hanno spiegato di essere stati abbandonati dai loro figli, che non hanno voluto prendersi cura di loro. I visitatori hanno lasciato alla casa saponi, 50 chili di riso, due orologi e dei sarong (abiti tradizionali, ndr).

Dopo queste tre visite, aggiunge p. Abrew, "ci siamo riuniti alla cattedrale di san Giuseppe per la messa, durante la quale abbiamo parlato di cosa ciascuno aveva visto e provato nel corso degli incontri. Tutti hanno detto di essere rimasti molto colpiti".

Inoltre, sempre dalla parrocchia di Mihintale un altro gruppo - formato da soli giovani -, ha visitato i piccoli orfani che vivono nel convento del Buon Pastore, nel villaggio di Mankulam (Northern Province), sotto la cura di p. James e suor Rajesh. La religiosa ha raccontato loro le storie di alcuni bambini, tra cui quella di una ragazzina di 10 anni che ha visto morire tutta la sua famiglia in un'esplosione. Dopo il racconto, tutti insieme hanno partecipato alla messa, hanno pranzato e hanno dedicato il resto della giornata a giochi, danze e canti. 

 

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