02/12/2013, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka, sacerdote cattolico minacciato di morte da 'finti' agenti dei servizi

di Melani Manel Perera
Due uomini hanno accusato p. SS Johnpillai, parroco di Nostra Signora di Guadalupe, di aver celebrato una messa in onore del fondatore delle Tigri Tamil. Il sacerdote ha negato, ma gli aggressori gli hanno puntato una pistola alla tempia. Senza mostrare documenti, i due hanno detto di essere agenti delle forze speciali venuti per interrogarlo. L'esercito nega ogni coinvolgimento.

Colombo (AsiaNews) - Due uomini armati hanno minacciato di morte p. SS Johnpillai, sacerdote di Nostra Signora di Guadalupe, nella diocesi di Trincomalee (Eastern Province). L'aggressione è  avvenuta il 26 novembre scorso, ma le autorità locali hanno fatto di tutto per non lasciar trapelare la notizia. I due si sono spacciati per agenti dei servizi segreti e hanno accusato il parroco di aver celebrato, quella mattina, una messa in onore di Velupillai Prabhakaran, leader delle Tigri Tamil (Liberation Tigers of Tamil Eelam, Ltte). Quel giorno il governo dello Sri Lanka aveva dichiarato illegale ogni commemorazione dei ribelli.

Tuttavia, racconta ad AsiaNews p. Johnpillai, "in quanto sacerdote, come tutte le mattine ho celebrato messa, ma non ho reso omaggio a Prabhakaran, né alle Tigri Tamil". Per far conoscere la sua storia, il sacerdote ha scritto una testimonianza di quanto gli è accaduto.

"Quella sera - ricorda - ero nella capanna adiacente alla chiesa, per leggere i giornali. Non c'era nessuno ed era già buio. Gli addetti alle pulizie e il sacrestano erano da qualche altra parte. All'improvviso due uomini sono apparsi dal nulla, chiedendo se fossi io il parroco. Quando mi sono presentato, hanno detto di volermi interrogare. Ho chiesto loro di farsi riconoscere. Mi hanno detto di essere agenti dei servizi, ma non hanno fornito alcuna prova della loro identità".

A quel punto, p. Johnpillai ha detto di non voler rispondere alle domande di due persone che non volevano presentarsi. "Sono diventati furiosi - racconta - e hanno iniziato a insultarmi. Mi hanno accusato di aver commemorato Prabhakaran durante la messa, ma io ho negato. Loro hanno ignorato le mie parole, e mi hanno puntato una pistola alla tempia, minacciando di sparare".

"Sono caduto a terra - ricorda - sotto shock. Se ne sono andati intimandomi di non uscire, né di riferire quanto accaduto, promettendo di tornare a breve. Li ho seguiti per prendere nota della targa, ma le loro moto non avevano numeri identificativi". Una volta andati via, il parroco ha chiamato il vicario episcopale raccontando quanto accaduto. Questi, a loro volta, ha informato l'ufficiale di polizia, che però ha detto di non poter identificare i due.

In seguito, solo su richiesta del vescovo di Trincomalee, mons. Kingsely Swamipillay, la polizia ha disposto due agenti per la sicurezza della chiesa e del sacerdote. Tuttavia, il capo del nucleo militare locale - sotto il quale operano i servizi - ha negato di aver mandato dei soldati a interrogare p. Johnpillai.

 

 

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