12/04/2017, 15.20
SRI LANKA
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Sri Lanka del nord: una Via crucis nei luoghi del massacro finale dei tamil (Foto)

di Melani Manel Perera

Circa 100 cattolici di Colombo e Negombo si sono recati a Mullivaikal. Qui nel 2009 sono morti almeno 40mila civile, intrappolati nel fuoco incrociato tra Tigri e ed esercito e sotto le bombe della Marina.

Colombo (AsiaNews) – Una Via crucis nei luoghi dove l’esercito srilankese compì il massacro finale dei tamil, per non dimenticare le loro sofferenze e l’attuale situazione delle vittime della guerra civile. È stata l’iniziativa di un gruppo di circa 100 cattolici provenienti da Colombo e Negombo che il 7 aprile si sono recati a Mullivaikal, nel nord dello Sri Lanka. Qui nel 2009 nelle fasi finali dello scontro tra forze governative e ribelli delle Tigri tamil sono stai feriti e uccisi più di 40mila civili. In quei luoghi pregni di significato e dolore donne, bambini e anziani hanno deciso di effettuare gli esercizi spirituali di Quaresima.

La Via crucis è stata guidata da p. Jeewantha Pieris, che ha affermato: “La sofferenza delle vittime di guerra non è un volere di Dio. Non è stata colpa della sfortuna, della cattiva sorte o di altre ragioni. Questa sofferenza si è abbattuta su di loro a causa di un altro gruppo di persone che le volevano opprimere per denaro e potere. E ora la loro vita è nella sofferenza. Dobbiamo pregare per loro e lavorare insieme per la loro libertà”.

Il percorso della processione, effettuata sia in lingua tamil che singalese e accompagnata da canti e inni per ricordare la passione di Cristo, ha preso avvio dal ponte di Wattuwakkal che porta alla laguna di Nandikadal. Sulle sponde di questo bacino circa 300mila persone tentarono di trovare rifugio, dato che la zona era stata dichiarata sicura dalle parti in lotta. Al contrario, migliaia di loro trovarono la morte, intrappolati nel fuoco incrociato e sotto le bombe sganciate dall’aviazione.

P. Jeewantha ricorda che gli sfollati “scappavano persino senza vestiti. Quanto hanno sofferto pur di salvare la loro vita! Hanno trascorso l’intero mese di aprile [2009] senza cibo, medicine, tende. Le donne incinte erano costrette a mangiare le foglie degli alberi e la sabbia raccolta da terra, pur di far nascere i bambini. Circa 70mila abiti [persone] sono sepolte sotto il terreno che stiamo calpestando”.

Durante la meditazione, il sacerdote ha riferito che “nei giorni dell’assedio, in mancanza di medicine e terapie, molte persone sono state costrette ad amputare gli arti dei feriti per scongiurare le infezioni dovute alle malattie. Anche nel caso di bambini. I genitori sono stati costretti a farlo, quando non c’era più alternativa”.

Prima della Via crucis i cattolici hanno incontrato sopravvissuti della guerra civile e alcuni gruppi cui la Marina di recente ha restituito le proprietà, dopo anni trascorsi da sfollati nei campi profughi. I cattolici della capitale hanno anche deciso di tornare in questi luoghi il mese prossimo, durante la festività buddista di Wesak Pohoya, per portare sostegno ai tamil ed essere, ancora una volta, più vicini alla passione di Gesù.

Via crucis in Sri Lanka-1
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Via crucis in Sri Lanka-2
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Via crucis in Sri Lanka-3
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Via crucis in Sri Lanka-4
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Via crucis in Sri Lanka-5
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Via crucis in Sri Lanka-6
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Via crucis in Sri Lanka-7
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