15/05/2012, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka: Presto diffusi i nomi dei prigionieri di guerra, ma solo ai loro familiari

di Melani Manel Perera
Lo annuncia il ministro della Difesa. Critiche e scetticismo da parte di sopravvissuti e attivisti per i diritti umani: è solo un modo di ingraziarsi la comunità internazionale. Già un anno fa il governo aveva fatto una promessa simile, mai mantenuta.

Colombo (AsiaNews) - Il governo dello Sri Lanka darà informazioni sui prigionieri di guerra, ma "solo ai parenti più stretti". Lo ha annunciato il ministro della Difesa, spiegando che saranno utilizzati i dati raccolti dalla Terrorist Investigation Division (Tid). Tuttavia, non mancano le critiche a questa decisione, che in molti giudicano soltanto un modo per ingraziarsi la comunità internazionale dopo l'approvazione della risoluzione Onu sui presunti crimini di guerra, commessi dalle forze armate del Paese nel 2009.

Dalla fine del conflitto etnico, tutti i partiti tamil del Paese hanno lottato affinché il governo desse notizia sui prigionieri di guerra e su chi è scomparso senza lasciare traccia. L'esecutivo del presidente Rajapaksa ha sempre dichiarato che circa 12mila ribelli (Tigri Tamil) si sarebbero arresi alla fine della guerra, e che la maggior parte di questi sono già stati "riabilitati" e riuniti alle loro famiglie. Tuttavia, vittime del conflitto e attivisti per i diritti umani hanno spesso smentito queste affermazioni.

Jude Nicholapillai, cattolico tamil, è un sopravvissuto al conflitto etnico. Suo padre invece è morto nel 1983, per un colpo esploso da un membro dell'esercito, dietro l'arcivescovado di Colombo. "Questa notizia - sottolinea ad AsiaNews - potremmo considerarla 'buona'. Ma un anno fa si diceva la stessa cosa: abbiamo visto folle di persone in coda negli uffici distrettuali, preoccupate di sapere qualcosa sui loro cari scomparsi, ma piene di speranze. All'epoca, sono state attese vane. Se davvero oggi vogliono diffondere queste informazioni, dovrebbero farlo sotto il controllo di qualche gruppo internazionale".

Secondo Brito Fernando, presidente dell'associazione Right to Life, Human Rights & Families of the Disappeared, questa iniziativa del governo "sarà solo una lista da sventolare davanti alla comunità internazionale". L'attivista spiega: "Prima, i politici dicevano di non poter pubblicare i nomi dei prigionieri perché i familiari non volevano; adesso, sostengono che solo i parenti avranno informazioni a riguardo. I cittadini sanno che esistono molti campi di detenzione non ufficiali. Il governo ha provato più volte di saper mentire su qualsiasi cosa. Si è spinto troppo oltre: solo con la menzogna può sopravvivere". 

 

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