03/06/2014, 00.00
CINA
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Storia di Anni Zhang, la più giovane prigioniera di coscienza della Cina

A 10 anni, la figlia minore del dissidente Zhang Lin è stata imprigionata dal Partito comunista cinese. La sua unica colpa: suo padre è un attivista che si batte per la democrazia dalle manifestazioni del 1989. Domani sarà il 25mo anniversario del massacro di piazza Tiananmen. Insieme alla sorella maggiore Ruli, Anni ha scritto una lettera aperta a Barack Obama e a Xi Jinping, nella quale chiede la liberazione del padre.

Pechino (AsiaNews) - Anni ha 10 anni quando viene arrestata su ordine del Partito comunista cinese. La sua unica colpa è quella di essere figlia di Zhang Lin, ex fisico nucleare che dalle rivolte di piazza Tiananmen nel 1989 si batte per la democrazia in Cina. In nome di questo legame, quattro uomini la prelevano da scuola e la portano in prigione, dove per 24 ore viene lasciata senza cibo, né acqua, né lenzuola pulite. È il 27 febbraio 2013. Da allora, Anni diventa la più giovane prigioniera di coscienza della Cina, costretta a subire ostracismo sociale e controlli in nome della battaglia per i diritti umani condotta da suo padre. Domani sarà il 25mo anniversario del massacro di piazza Tiananmen. Anni lo vivrà dagli Stati Uniti, dove risiede dal 7 settembre 2013 insieme a sua sorella maggiore Ruli, sotto la tutela legale di Reggie Littlejohn, fondatrice di Women's Rights Without Frontiers. 

Insieme, le due sorelle hanno scritto una lettera aperta indirizzata al presidente Usa Barack Obama e al presidente cinese Xi Jinping, per chiedere la liberazione di Zhang Lin. Pubblicata ieri, la missiva chiede la liberazione dell'attivista, che da oltre 10 mesi è in prigione - dopo l'ennesimo arresto - in attesa di un processo. 

Dal 1989 a oggi, Zhang Lin è stato arrestato cinque volte, per un totale di oltre 13 anni passati in prigionia. Durante la detenzione le autorità lo hanno spesso torturato in modo terribile, al punto che oggi è costretto su una sedia a rotelle e soffre di dolori cronici. Nonostante questo, spiega Reggie Littlejohn ad AsiaNews, "egli ha continuato a denunciare le violazioni ai diritti umani commesse dal Partito, pur sapendo quale fosse il prezzo da pagare. Egli ha rinunciato a tutto per rivendicare i diritti umani in Cina: alla sua liberà, alla sua famiglia, alla sua salute, alla sua carriera". 

Da 10 mesi Zhang Lin è di nuovo in prigione per aver "disturbato l'ordine pubblico". Il suo reato è stato organizzare, nel marzo 2013, una manifestazione e uno sciopero della fame per chiedere che sua figlia Anni potesse tornare a scuola, dopo l'ostracismo subito per via dell'arresto. "È stato in quei giorni - ricorda Littlejohn - che ho conosciuto Anni, durante un'intervista radio a cui partecipavamo entrambe". Nel luglio l'uomo viene arrestato mentre tenta di fuggire a Pechino con la figlia: poco prima però, in accordo con l'ex moglie (e madre di Anni) firma i certificati necessari per affidare la tutela legale della figlia alla fondatrice di Women's Rights Without Frontiers. 

"Il processo per portare Anni fuori dalla Cina - racconta Littlejohn - è stato lungo e difficoltoso. Oltre a Zhang Lin, altre persone sono finite in prigione per aiutarla a scappare, e sono ancora in galera. È così che il Partito comunista agisce: detiene gli attivisti, poi la famiglia, poi chi li ha aiutati. Credo che abbiano lasciato andare Anni solo per la pressione internazionale che si stava creando intorno al caso. Imprigionare una bambina di 10 anni è stato così odioso che sapevano non ci saremmo fermati". 

Di seguito, pubblichiamo la lettera aperta di Ruli e Anni Zhang. (Traduzione a cura di AsiaNews)

 

Caro presidente Obama, presidente Xi Jinping e altri leader mondiali,

Saluti!

Siamo Ruli Zhang e Anni Zhang, le figlie dell'attivista cinese pro-democrazia Zhang Lin. In questo momento nostro padre è ancora imprigionato nel Centro detentivo n.1 della città di Bengbu, nella provincia cinese di Anhui. Egli è stato accusato di "disturbare l'ordine pubblico", ma nostro padre non ha fatto nulla di sbagliato! Sono più di 10 mesi da quando è stato arrestato la sera del 18 luglio 2013, e il verdetto è stato rinviato due volte: l'ultima risale al 20 maggio scorso, dopo quella del 20 novembre 2013. Ora chiediamo di nuovo al governo cinese: per favore, liberate senza condizioni nostro padre il prima possibile!

Nel febbraio 2013 nostro padre ha portato Anni dalla nostra città natale, Bengbu, in una scuola di Hefei. Ma per il solo fatto di essere un attivista pro-democrazia, Anni - ad appena 10 anni - è stata sequestrata dalla polizia di Hefei e detenuta da sola per oltre quattro ore. Ha passato la notte in prigione e non ha potuto fare ritorno alla scuola di Hefei. Per questo motivo la piccola Anni è stata privata della sua istruzione, e ha deciso di restare a casa e non incontrare altre persone. Quale padre non cercherebbe giustizia per la propria figlia, se una bambina innocente di 10 anni fosse coinvolta e perseguitata in questo modo? Senza contare che nostro padre è un uomo coraggioso!

Quest'anno cade il 25mo anniversario del movimento democratico del 1989 in Cina. Negli ultimi 25 anni la democrazia cinese ha fatto qualche progresso o miglioramento? Possiamo solo dire no, per niente, e anzi sta peggiorando! In questi 25 anni, il Partito comunista cinese ha fatto tutto il possibile per bloccare l'informazione, facendo sì che noi - la nuova generazione degli attivisti pro-democrazia del 1989 - siamo del tutto inconsapevoli delle atrocità commesse allora. [Il Partito] ha anche perseguitato attivisti virtuosi come nostro padre, buttandoli per anni in prigioni da cui non potevano vedere la luce del sol. Venticinque anni fa, il Partito ha mentito al popolo cinese, affermando che il movimento per la democrazia del 1989 è stato solo "una sommossa e una rivolta pianificate, organizzate ed eseguita da un piccolo gruppo di persone, che sono dominate dai poteri occidentali". Questo ha reso impossibile per le madri di Tiananmen accettare il fatto che studenti e figli innocenti siano stati massacrati sulle strade, e poi accusati dallo Stato di essere criminali, prima di essere sepolti in maniera appropriata. Dopo 25 anni, i comunisti cinesi ancora non vogliono rimangiarsi quelle parole, né chiedere scusa, ma piuttosto continuano a fare tutto il possibile per perseguitare la gente, persino allungando i loro artigli di diavolo su una bambina di 10 anni!

Prima che si consumasse il massacro del 4 giugno 1989, nostro padre Zhang Lin - insieme ad altri leader studenteschi della locale Business School - ha guidato il movimento democratico della città di Bengbu; inoltre, con l'assistenza di dirigenti e colleghi, ha organizzato il sostegno della popolazione locale al movimento pro-democrazia di Pechino, tenendo comizi nelle fabbriche della zona. Questo ha fatto sì che il movimento democratico di Bengbu raggiungesse un picco e contagiasse le città vicine. Quando è avvenuto il massacro del 4 giugno, nostro padre aveva solo 26 anni e si rifiutò di lasciare la sua posizione di promotore della democrazia. Egli credeva fermamente che fino a quando il movimento democratico avesse resistito, la democrazia cinese sarebbe migliorata. Tuttavia, la realtà era diversa dal suo ideale. Dopo le stragi è stato subito arrestato e imprigionato per oltre un anno, e poi rinchiuso per altri due anni in un laojiao (campo di lavoro). In carcere è stato trattato in modo disumano e ha intrapreso uno sciopero della fame per protestare. Ma quello che ha ottenuto dal digiuno sono stati altri pestaggi e un elettro-shock. Il suo sciopero della fame si è concluso con un'alimentazione forzata. Ormai sono 25 anni che il Partito comunista cinese si accanisce su di lui. In questo periodo di tempo è stato imprigionato quattro volte e condannato a un totale di 13 anni di prigione, senza menzionare gli innumerevoli mandati di comparizione, gli interrogatori e le detenzioni subite, oltre al costante spionaggio attuato dal governo cinese. Il campo di lavoro ha provocato molte sofferenze a nostro padre. Spesso è stato imprigionato con detenuti malati o criminali violenti, e le guardie carcerarie spesso incitavano queste persone a picchiarlo, fermandoli solo quando la situazione stava degenerando. Dopo i pestaggi nostro padre non ha mai ricevuto cure adeguate, causandogli oggi molti dolori cronici impossibili da trattare. Ora per la quinta volta nostro padre si trova in prigione. Egli non può più sopportare le torture, fisiche e psicologiche. E a posteriori [continuiamo a chiederci], cosa ha fatto di male?

Ora siamo venute negli Stati Uniti. Stiamo ricevendo un'istruzione democratica e possiamo godere di una vita libera. Come figlie di un attivista pro-democrazia del 1989, porteremo avanti la fede e l'impegno di nostro padre, cercando di diventare pilastri del movimento democratico cinese e di dare un contributo alla nostra madre patria. Infine, vogliamo ancora appellarci ai leader mondiali: per favore, continuate a prestare attenzione al movimento democratico cinese del 1989, controllate per essere sicuri che il governo della Cina restauri la verità di quanto accaduto 25 anni fa. Spingete il governo cinese a fermare la persecuzione di persone coraggiose come nostro padre, e restituiteci una Cina democratica!

 

 

 

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