03/06/2021, 13.27
SRI LANKA
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Stragi di Pasqua, card. Ranjith: contro gli insabbiamenti: Lottiamo per la verità

di Melani Manel Perera

Il porporato guida la battaglia dei cristiani per la giustizia e la verità sulle stragi. Critiche al governo, al presidente e agli organi inquirenti incapaci di fare luce sulla “grande cospirazione”. Ignorate alcune testimonianze chiave. L’auspicio di un coinvolgimento di organizzazioni internazionali, tra cui l’Onu.

Colombo (AsiaNews) - Il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, torna ad attaccare il governo e le massime cariche dello Stato per la cattiva gestione dell’inchiesta sugli attentati di Pasqua del 2019, una ferita ancora aperta per i cristiani (e non solo) dello Sri Lanka. L’esecutivo avrebbe ignorato il rapporto della commissione sulle stragi ma, sottolinea il porporato, la Chiesa continuerà la sua battaglia per la giustizia affinché i responsabili vengano perseguiti per i crimini commessi e le centinaia di vite spezzate. 

Durante la conferenza stampa tenuta ieri nella sede arcivescovile, il card. Ranjith ha detto di aver scritto due settimane fa una lettera al ministro per la Pubblica sicurezza Sarath Weerasekara, senza aver ottenuto risposta. Per il porporato alcuni politici e alte cariche del Paese sono implicati nella vicenda, ma il loro ruolo negli attacchi non sarebbe stato indagato a fondo. Al riguardo egli cita l’esempio di tale “Jameel, un testimone” secondo cui uno degli attentatori che hanno azionato la bomba “avrebbe visitato un alto ufficiale dell’esercito di nome Sonic”. 

Secondo il card. Ranjith la Divisione investigativa criminale (CID) “non sta portando avanti le indagini in modo adeguato”. Inoltre, i suoi membri “starebbero lavorando secondo un’agenda politica. Per questo non crediamo in alcun modo nei membri che formano il CID”. Poca fiducia anche nell’ispettore generale di polizia (IGP) perché avrebbe trascurato di proposito alcuni elementi di primo piano emersi nel corso dell’inchiesta e rilevati nel rapporto della commissione. 

Il porporato non risparmia critiche alla procura generale, che avrebbe dovuto indagare l’ex presidente Maithripala Sirisena e alcuni esponenti di primo piano della polizia, che all’epoca dei fatti non hanno agito per fermare il bagno di sangue. “Chi non ha fatto nulla? Chi ha ignorato gli avvertimenti? Chi ha smorzato i toni?” impedendo alla giustizia di fare il proprio corso, domanda l’arcivescovo di Colombo protagonista della battaglia della Chiesa per far luce sugli attentati.

Infine, il card. Ranjith ha affermato che “non ci rimane altra scelta che portare avanti le nostre campagne contro l’attuale governo, per le negligenze” nelle inchiesta e per l’indifferenza del presidente che aveva garantito “massima attenzione alla vicenda. In realtà, egli non ha fatto nulla di tutto questo. E non siamo per nulla soddisfatti di quanto sta accadendo”. Egli ha auspicato un coinvolgimento di forum e organizzazioni internazionali - comprese le Nazioni Unite - per poter avere una “vera indagine” su questa “grande cospirazione, come l’ha definita l’ex ispettore generale di polizia. Vogliamo sapere - conclude - in cosa consiste questa cosiddetta grande cospirazione”. 

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