22/11/2010, 00.00
CINA – NORVEGIA
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Su Liu Xiaobo “la Cina sta sbagliando tutto”

Analisti internazionali e giornali di Hong Kong attaccano la scelta del governo cinese di boicottare la cerimonia di consegna del Nobel per la pace al dissidente democratico: “Controproducente e sbagliata, rischia di far crollare il poco rispetto internazionale guadagnato da Pechino”.
Oslo (AsiaNews/Agenzie) – L’opposizione del governo cinese alla consegna del Premio Nobel per la pace al dissidente democratico Liu Xiaobo “è un terribile passo indietro delle autorità di Pechino, che dimostrano di essere insicure come mai prima d’ora. Inoltre, con il loro pressing sulle altre nazioni per impedire la partecipazione alla cerimonia di consegna, hanno perso quella poca credibilità che avevano accumulato fino ad ora”. Lo dicono gli analisti internazionali e cinesi dopo che la Commissione del Nobel avevano ventilato l’ipotesi di annullare la cerimonia, prevista a Oslo il prossimo 10 dicembre.

Secondo un articolo apparso oggi sul South China Morning Post, “probabilmente nessun altro governo ha mai reagito in maniera più ostile di quello cinese all’assegnazione di un Nobel. La Cina ha risposto con rabbia alla decisione della Commissione, e ha arrestato decine di persone vicine a lui per impedir loro di partire alla volta di Oslo”. Nella storia del Premio ci sono altri due casi simili: il giornalista tedesco Carl von Ossietzky, che nel 1936 era in un lager nazista, e la leader birmana Aung San Suu Kyi, in carcere nel 1991.

La cerimonia, in ogni caso, verrà celebrata lo stesso. Geir Lundestad, capo dell’istituto Nobel, aveva in un primo tempo messo in dubbio la fattibilità della consegna dato che “soltanto il premiato o un suo familiare può ricevere il Premio”. Tornando sui propri passi, ieri Lundestad ha confermato che tutto andrà come previsto nonostante 6 nazioni abbiano annunciato che non parteciperanno e altre 16 non abbiano ancora risposto.

Per gli analisti, l’atteggiamento ostile di Pechino si è dimostrato controproducente e ha eroso il rispetto che la Cina sta cercando di costruirsi sul piano internazionale. Secondo Joseph Cheng Yu-shek, analista politico alla City University, “questa mossa è terribilmente controproducente, e colpisce in maniera forte l’immagine della Cina. Anche perché mosse come questa riflettono una enorme insicurezza”. 

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