21/10/2004, 00.00
INDONESIA
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Sulawesi, nuove violenze fra cristiani e musulmani

di Dario Salvi

Jakarta (AsiaNews) – Case distrutte e chiese bruciate sono quanto rimane dagli ultimi scontri fra cristiani e musulmani a Salu Assing, un villaggio del distretto di Mambi abitato in prevalenza da musulmani. Da sabato scorso, 16 ottobre, centinaia di cristiani hanno abbandonato le loro abitazioni in seguito ai violenti attacchi di combattenti islamici. Gli scontri hanno causato la morte di 3 persone. Il villaggio di Uhailanu, nel distretto di Aralle anch'esso a maggioranza musulmana, è stato il teatro di un simile attacco: 11 persone si sono salvate solo perché hanno avuto la prontezza di gettarsi nel fiume.

Mambi, Aralle e Tabulahan sono tre distretti delle isole Sulawesi occidentali a maggioranza musulmana che un recente decreto legislativo ha posto sotto la giurisdizione di Mamasa. La nuova reggenza (nata dalla divisione della Polewali Mamasa in 2 zone: Mamasa e Polewali Mamasa) è abitata in prevalenza da cristiani. I musulmani contestano la divisione: essi temono che la comunità cristiana prima o poi vieti loro di andare nelle moschee o li derubi dei posti di lavoro. Questa convivenza forzata ha causato gli scontri degli ultimi giorni.

Mamasa – 400 km a sud di Makassar, capitale delle Sulawesi – è stata creata con decreto legislativo del 2002 dal governo Megawati, ma l'idea di formare una nuova provincia risale al 1997. Sabato scorso 16 ottobre, durante l'inaugurazione della nuova provincia, il ministro degli interni ha chiesto al governatore della regione, Oentarto Sindung Moewardi, di porre fine alle violenze che sconvolgono da tempo la zona; gli abitanti di Mandar, in prevalenza musulmani, hanno contestato il ministro con dimostrazioni di piazza.

La miccia per i nuovi scontri è stata innescata da Andi Jalilu: egli ha piantato cartelli in cui si affermava che "Mambi, Aralle e Tabulahan sono parte integrante della reggenza di Mamasa" in villaggi schierati contro l'annessione nella reggenza a maggioranza cristiana. Andi Jalilu era ricercato dalle forze dell'ordine – insieme ad altri 11 sospetti – dallo scorso sabato: ieri la polizia lo ha arrestato, con l'accusa di aver fomentato i recenti scontri e di aver assaltato un villaggio che si era opposto all'unificazione con Mamasa.

Anche ieri si sono registrati momenti di tensione in un villaggio nel distretto di Aralle, 400 km a sud di Makassar. Ali Baal, reggente della Polewali Mamasa, ha confermato che circa 1000 abitanti hanno abbandonato Nord Aralle e hanno cercato rifugio nel vicino villaggio di Natula, nel distretto di Mambi. La polizia ha confiscato 50 armi da fuoco artigianali, 100 lance, macete e frecce fabbricate nei villaggi. I recenti conflitti hanno causato la fuga di 1500 persone da Aralle e Mambi: ora l'area è semideserta, ma la tensione è ancora alta.

Negli ultimi anni le isole Sulawesi sono state teatro di scontri fra cristiani e musulmani. Nel territorio sono presenti cellule dell'organizzazione Laskar Jihad, costituita da combattenti islamici legati alla rete del terrore di Osama Bin Laden. Nel 2001 era stato firmato un accordo di pace per fermare i massacri, ma gli scontri e le tensioni continuano.

(ha collaborato M.H.)

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