06/02/2008, 00.00
INDIA
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Suor Nirmala Joshi: “vergognosi” i fatti dell’Orissa, ora facciamo posto all’amore

di Nirmala Carvalho
La superiora generale delle Missionarie della Carità scrive a tutta la popolazione dello Stato indiano colpito a Natale da una campagna di attacchi anti-cristiani. Nella lettera l’allarme per la perdita del senso di Dio e del sacro nella democratica e laica India di oggi e l’invito alla riconciliazione e al perdono.
Kolkata (AsiaNews) – Un messaggio di “riconciliazione”, ma anche un richiamo al rispetto “del senso di Dio” nell’India laica e democratica, è stato inviato a tutta la popolazione dell’Orissa, “senza distinzioni di casta o religione”, da suor Nirmala Joshi, la superiora generale delle Missionarie della Carità (Mc). L’erede di Madre Teresa a fine gennaio ha visitato le zone devastate dalla violenza anti-cristiana, perpetrata nel periodo di Natale da gruppi di estremisti indù nei distretti di Kandhamal e Gajatati. Il bilancio è stato drammatico: 6 morti; 70 tra chiese e istituzioni attaccate, distrutte o date alle fiamme; 600 case cristiane danneggiate o distrutte; 5mila persone colpite; 15 veicoli appartenenti a cristiani e distrutti; 25 le motociclette. Anche le suore di Madre Teresa presenti nelle aree colpite, come pure il ramo maschile dell’ordine, hanno subito gravi danni e molte religiose sono state costrette alla fuga nelle foreste.
 
Tra il 16 e il 21 gennaio suor Nirmala si è recata in Orissa, ospite del centro pastorale della diocesi di K Nuaga. Al termine della sua visita la superiora generale ha scritto una lettera in cui si dice molto “addolorata” per quello che è successo a Kandhamal, ma subito lancia un appello a “tutti i fratelli e sorelle, perché gettino le armi dell’odio e della violenza, indossino l’armatura dell’amore e chiedano perdono per i loro sbagli”. La superiora delle Missionarie della Carità invita le vittime degli attacchi al “perdono e alla riconciliazione reciproca, tenendo in mente che azioni d’amore sono azioni di pace”.
 
Suor Nirmala, però, non trascura la denuncia di quello che è avvenuto. “È una vergogna che accadano queste cose nel nostro Paese, la Repubblica indiana, uno Stato laico. Conosciamo gli alti ideali e il patrimonio spirituale della nostra nazione. Come possiamo noi, non solo come indiani, ma come esseri umani, figli di Dio, spingerci così in basso, compiere tali atti contro le nostre sorelle e fratelli, violare i diritti umani, perdere completamente il senso di Dio, del sacro e della nostra umanità creata a immagine di Dio?”.
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