16/01/2013, 00.00
INDIA
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Suore di Madre Teresa: Anno della Fede, grazia e benedizione per i moribondi di Calcutta

di Suor Glenda MC
Una testimonianza della superiora del Nirmal Hriday (Casa del cuore puro), prima casa fondata dalla beata. La cura, la pace e l’amore di Cristo tra i più poveri tra i poveri. Il ricordo di una volontaria, che disse a Madre Teresa: Ho trovato Gesù nella casa dei moribondi.

Mumbai (AsiaNews) - L'Anno della Fede "è un momento di grazia e un dono immenso, per rinnovare l'amore per il nostro sposo Gesù, che tocchiamo ogni giorno nell'eucarestia e nei malati del Nirmal Hriday". È il senso del messaggio di suor Glenda, superiora del Nirmal Hriday di Calcutta, la prima casa aperta da beata Madre Teresa nel 1962, in occasione dell'Anno proclamato da Benedetto XVI. In 60 anni di vita, la "Casa del cuore puro" ha accolto, curato e amato più di 87mila malati e moribondi, grazie anche all'aiuto di volontari provenienti da diverse nazioni, culture ed estrazione sociale. Di seguito pubblichiamo la riflessione di suor Glenda. (Traduzione a cura di AsiaNews)

L'Anno della Fede è un dono immenso per noi, per diffondere la gioia di Gesù ovunque e a tutti, in particolare con i nostri moribondi del Nimral Hriday, la Casa del cuore puro. Noi serviamo i più poveri tra i poveri. La nostra vocazione non è lavorare, ma appartenere a Cristo: è in questo modo che portiamo avanti la nostra missione, per "portare le anime a Dio e Dio alle anime".

Madre Teresa ha aperto le porte del Nirmal Hriday 60 anni fa, mettendo in pratica il suo motto, "Amore in azione". In questi anni, sin dalla sua fondazione, il Nirmal Hriday ha accolto, curato e amato più di 87mila malati e moribondi. Nella Casa abbiamo portato la pace e l'amore di Cristo a chi non era amato, a chi era stato abbandonato, trattando i nostri ospiti con dignità fino agli ultimi istanti della loro vita.

Questo Anno della Fede sta portando numerose grazie e benedizioni, non solo per i nostri pazienti, ma anche per le centinaia di volontari che provengono da tanti Paesi, per condividere il servizio con i poveri delle nostre case. Essi vengono da tutti i ceti sociali, ognuno con aspettative diverse. Noi invitiamo questi giovani a partecipare alla messa della mattina; dopo aver prestato servizio e aver toccato Gesù nei poveri, chiediamo loro di prendere parte alla nostra Adorazione e alle nostre preghiere. È bellissimo vedere questi volontari, provenienti da culture e nazioni diverse, uniti nell'amore misericordioso di Dio, pieni di Spirito Santo, con cui condividere le umili opere d'amore per i più poveri tra i poveri, insieme alle Missionarie della Carità. L'amore porta l'unione con Gesù e con gli altri. Ricordo quando un giorno una giovane donna si è avvicinata a Madre Teresa, e raggiante di gioia dirle: Ho trovato Gesù nella casa dei moribondi.

A Khaligat parliamo di Gesù con i malati e con quanti desiderano conoscerlo, annunciando la Buona novella. Con quelli che non sono interessati, proclamiamo il Suo amore attraverso la nostra opera. Per noi Missionarie della Carità, questo Anno della Fede è un momento di grazia, per rinnovare l'amore per il nostro sposo Gesù, che tocchiamo ogni giorno nell'eucarestia e nei malati del Nirmal Hriday. Cristo nell'eucarestia e nei poveri sono un unico amore. La beata Madre Teresa diceva: "Siamo contemplative nel cuore del mondo", perché "noi siamo con Gesù 24 ore su 24 al giorno".

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

 

 

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