19/06/2006, 00.00
Taiwan
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Taiwan, 10mila in piazza per chiedere a Chen di andar via

I manifestanti si sono riuniti a Changhua, nella parte centrale dell'isola. "Il presidente – dice uno dei leader dell'opposizione – deve ascoltare la voce di così tanti cittadini di Taiwan".

Changhua (AsiaNews/Agenzie) – Migliaia di persone si sono riunite ieri a Changhua, città della parte centrale dell'isola di Taiwan, per chiedere le dimissioni del presidente Chen Shui-bian a seguito degli scandali legati alla corruzione che hanno colpito la sua famiglia. I dimostranti – secondo gli organizzatori oltre 10mila - hanno sfilato portando dei cartelli con sopra scritto "Allontanati".

La folla ha urlato slogan e lanciato palloni da calcio contro i poster che raffigurano il presidente e la sua famiglia: "Non possiamo più andare avanti così – ha detto nel corso della protesta James Soong Chu-yu, uno dei leader del Partito popolare – perché se permettiamo a Chen di rimanere impunito per questo grave episodio dimostriamo di non avere la forza per combattere i mali sociali. Questo distruggerebbe la nostra democrazia".

Ma Ying-jeou, presidente del Kuomintang [Partito nazionalista ndr], ha aggiunto: "Abbiamo davanti a noi un uomo ed abbiamo visto il modo in cui ha educato e gestisce la sua famiglia. Dobbiamo chiedere il suo allontanamento dalla politica o non sapremo più come educare i nostri figli". Secondo Ma oltre 600mila persone hanno firmato la petizione, proposta dal suo Partito, che chiede a Chen di rinunciare alla carica. "Sono moltissime le persone che non accettano questa situazione – ha concluso parlando alla folla riunita – e la loro voce deve essere ascoltata. Il presidente dice di non sapere nulla di tutto questo scandalo; voi ci credete?"

Lo scandalo che ha travolto Chen è nato dal coinvolgimento di suo genero, Chao Chien-ming, in una operazione di insider trading [utilizzo di informazioni riservate per condizionare il mercato azionario ndr], ma si è aggravato dopo alcune accuse secondo cui sua moglie, Wu Shu-chen, è coinvolta in operazioni poco chiare all'interno di banche di grande prestigio e sulla nomina di dirigenti d'impresa.

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